Il volume contiene un florilegio di parole filosofiche. Lo scopo è quello di offrire uno strumento di consultazione che consente ai lettori di conoscere i contenuti di ventisette argomenti tutti di notevole attualità. I curatori della selezione hanno assegnato ad ogni singolo autore o autrice una parola per svilupparne il contenuto in forma di studio o di articolo.
I ricercatori scelti non sono solamente filosofi. Michael Marder è un ricercatore appartenente all’anglosfera. Giovanbattista Tusa proviene dal Portogallo ma è assorbito anche lui totalmente dall’anglosfera. Entrambi hanno studiato presso strutture totalmente anglosassoni e ciò avrebbe forse limitato il livello di indagine contro le multinazionali di cui non è stata evidenziata apertamente la totale responsabilità del possibile disastro ambientale poi continuamente imputato ai singoli cittadini grazie ad una titanica operazione di lavaggio del cervello planetario.
Il motivo comune di questi interventi riguarda gli ecosistemi, gli organismi viventi contaminati dalle microplastiche che possono dissolversi nella lunga durata che può arrivare a decenni e anche secoli. Il volume può a buon diritto definirsi un testo di “filosofia ecologica e dei sistemi viventi”.
Sull’ondata della pressione ecologista, vengono trattati argomenti di moda, commentati da legioni di analisti, presentatori, economisti, politici, ecc., con ampio e sistematico uso dei canali informativi di terra, di mare, di aria e della Rete in particolare. Per questo motivo, questo volume si aggiunge ai numerosi che costituiscono la corrente ecologista che, ovviamente, colpevolizza i cittadini ma non procede ad una aperta e circostanziata denuncia dei danni provocati dai colossi industriali multinazionali. Aziende dirette responsabili delle devastazioni inflitte al pianeta mediante guerre, rivoluzioni colorate e saccheggi ripetuti.
Gli autori hanno scelto la via scientista reportistica che vorrebbe conferire alla ricerca una posizione “distante” e perfino neutrale. Tale linea è dimostrata dalla voce disruption trattata con dovizia di particolari, ma che sembra caduta dal cielo e non causata dall’azione commerciale e predatoria dei colossi mondiali, in gran parte di matrice anglosassone. Si tratta di una omissione che solleva qualche domanda...
Fra le voci selezionate abbiamo la disruption come sintesi delle conseguenze dei mutamenti politici, sociali, economici, militari delle società interessate; la discarica che contiene le tematiche dello smaltimento dei rifiuti in gran parte costituiti da imballaggi di plastica e di piccoli contenitori; nel termine acustica sono riunite la gran parte delle questioni riguardanti l’intensità dei rumori esistenti e dilaganti nelle metropoli, oltre che nelle fabbriche di materie prime, di manufatti, di alimentari e del settore agricolo. Non mancano argomenti come la plastica, la natura, il lavoro, le istituzioni, il cervello.
Interessante la voce parresia che in greco antico significa “dire tutto”. Il concetto di verità insito in questa parola è ben diverso da quello da tempo correlato all’analisi dei sistemi di realtà percepibile in ambito reportistico. Seguendo le tracce di Michel Foucault padre della biopolitica come tecnica di controllo dei corpi, si tratta di attuare ricerche che consentono il raggiungimento della verità come altrove che si sviluppa nell’inattingibile.
Il sottofondo del testo è rivolto all’equilibrio dell’ambiente antropizzato seguendo un filone ambientalista che continua ad allargare le sue aree di indagine. Sono presenti tracce di catastrofismo non totalmente dimostrabile quando viene affermato che le microplastiche non metabolizzabili a breve scadenza possono compromettere il futuro dell’intero pianeta.
Il tema è molto interessante. L’accuratezza del lavoro redazionale e la numerosità dei relatori inducono alla consultazione del testo originario inglese reperibile presso il sito della casa editrice Penguin Random House. Il testo in questione è costituito da ben quarantatré voci. L’eliminazione di sedici lemmi nell’edizione italiana sembra una mutilazione.
Nella nota introduttiva dell’edizione italiana della serissima casa editrice Mimesis, gli autori scrivono “selezione dei testi tra quelli contenuti nel nostro Contemporanea. A Glossary for the 21st Century. Gli autori non ci dicono quali criteri sono stati adottati per l’esclusione delle voci contenute nell’edizione originale più estesa. Non ci spiegano perché pubblicare un’edizione ridotta e se questa decisione è solo per l’Italia o se questa operazione sia stata eseguita anche nelle traduzioni in altre lingue. Se la selezione per le edizioni di altri Paesi delle medesime voci è presente nelle altre traduzioni o se ci sono state selezioni differenti a seconda del Paese ricevente.
Il volume appare come un compito redatto con diligenza ma senza dirette compromissioni geopolitiche né sbalzi analitici elaborati su punti di vista impensati. È un ottimo supporto per informare sul tema.
La complessità dei temi avrebbe reso necessaria la presenza di un indice degli argomenti in ordine alfabetico per una rapida ricerca ed una consultazione successiva.
Infine, sarebbe stato molto utile rendere disponibile una breve biografia degli autori molti dei quali sconosciuti alla vasta platea di lettori che desiderano farsi un’idea strutturata sulle grandi questioni trattate.
Sul piano della cosiddetta parità di genere molto pubblicizzata dai progressisti ma poco realizzata, i nomi di donna leggibili sono sette. Moltissimi nomi sono totalmente esotici impedendo una immediata cognizione del numero di ricercatrici presenti nel testo. Tentare di capire il genere degli altri intervenuti richiederebbe un tempo da dedicare alla ricerca nominativa in rete: un compito che non spetta ai lettori.
Come diceva Mario Praz, notissimo critico letterario anglista e filosofo dell'arredamento, abbiamo a disposizione “un libro ben stampato”.
(*) Tempo incognito. Glossario filosofico per il ventunesimo secolo, a cura di Michael Marder e Giovanbattista Tusa, edizioni Mimesis, pagine 256, 19 euro
Aggiornato il 07 maggio 2025 alle ore 15:08