Il 27 in sala, “Le assaggiatrici” di Silvio Soldini

Silvio Soldini gira il suo primo film storico. Le assaggiatrici, che ha inaugurato la 16ª edizione del Bif&st, arriva in sala il 27 marzo distribuito da Vision. Ispirata all’omonimo romanzo di Rosella Postorino (Feltrinelli), la storia ci porta nell’autunno 1943, quando la giovane Rosa (Elisa Schlott), in fuga da una Berlino bombardata, raggiunge un piccolo paese isolato vicino al confine orientale dove vivono i suoceri in attesa del ritorno del figlio dal fronte. Ma il caso vuole che vicino a questo villaggio si trovi il suo quartier generale di Adolf Hitler. Una mattina come tante Rosa viene prelevata, assieme ad altre giovani donne del paese, per assaggiare i cibi cucinati per il dittatore nazista. Inevitabilmente le assaggiatrici di questo sparuto gruppo, piene di legittima paura, legheranno tra loro anche se Rosa, la “berlinese”, farà più fatica a farsi accettare. Sarà poi proprio quest’ultima, spinta da un desiderio tanto autentico quanto irrazionale, a legarsi con un ufficiale delle SS (Max Riemelt), a capo di tutta l’operazione.

Come spesso capita le storie che colpiscono di più la fantasia sono quelle vere e sconosciute. È il caso di quella raccontata solo nel 2012 dalla 95enne Margot Wölk che ha rivelato di essere stata una delle giovani tedesche costrette ad assaggiare i pasti di Hitler mentre viveva nella cosiddetta Tana del lupo (vicino all’attuale cittadina di Kętrzyn, in Polonia, all’epoca Prussia Orientale). Le assaggiatrici, girato in tedesco e costato sei milioni di euro, è stato venduto già in più di cinquanta Paesi, compresi Stati Uniti, Canada, Germania e Regno Unito, ed è stato sostenuto da Idm Film Commission e girato in Val Venosta per circa un mese. Il film è prodotto da Lionello Cerri e Cristiana Mainardi. Nel cast figurano: Alma Hasum, Emma Falck, Olga Von Luckwald, Berit Vander, Kriemhild Hamann e Thea Rashe.

 “Quando ho letto il romanzo di Rosella Postorino – ha detto Soldini – a colpirmi di più è stato il fatto che queste donne erano costrette a mangiare ogni giorno qualcosa che avrebbe potuto avvelenarle e ucciderle. Una sorta dì roulette russa. Ho amato poi anche la storia di Rosa, una ragazza di ventisei anni che arriva da Berlino e non ha più nessuno perché padre e madre sono morti, il fratello è scappato in America e il marito è andato in guerra”. Il regista è interessato a “raccontare il nazismo dall’interno in un film che potrebbe anche essere considerato distopico. Spesso i personaggi femminili sono raccontati in modo superficiale, qui invece si mostrano in tutta la loro complessità. Non a caso la sceneggiatura è stata scritta da tre donne, Cristina Comencini, Giulia Calenda, Ilaria Macchia e poi rilavorata e riscritta parzialmente da me, Doriana Leondeff e Lucio Ricca”. Rosella Postorino si è subito “innamorata di questa storia in cui mi ha colpito l’aspetto umano della protagonista che ha confessato solo molto tardi quello che ha vissuto. Perché credo avesse vergogna di sentirsi in colpa per la sua involontaria complicità. Era difficile per lei dire: io ho lavorato per Hitler”.

Aggiornato il 24 marzo 2025 alle ore 15:39