Visioni. “Ad Vitam”, un film d’azione dalle improbabili striature politiche

Ad Vitam è un thriller franco-belga dall’andamento ondivago firmato da Rodolphe Lauga. Il film, girato a Parigi e Versailles nella primavera 2024, distribuito nel 2025, da gennaio visibile su Netflix, è scritto e interpretato da un appassionato Guillaume Canet. Il lungometraggio, prodotto da Beside Productions, Cabanes Productions, Caneo Films, Films du Cap, è un film d’azione incentrato sulla prova “totale” dell’interprete francese. Si tratta di una di quelle pellicole che spesso si producono Oltralpe, in cui vengono mostrate orgogliosamente improbabili striature politiche. La storia, un evidente omaggio all’efficienza della Gendarmeria nazionale francese (Gign), s’inserisce in un quadro sentimentale che si sovrappone al tema del retaggio dei padri nei confronti dei figli. Franck Lazarev (Canet), un cinquantenne che lavora come operaio su una fune, occupandosi anche della sicurezza della squadra cui sovrintende, ha una relazione con la bella Léo (una sensuale Stéphane Caillard), ormai giunta all’ottavo mese di gravidanza. Ma quando Franck trova la casa a soqquadro, comincia a temere per l’incolumità della donna. In effetti, qualche giorno dopo, un commando formato da diversi uomini armati, a viso coperto, con la fascia rossa della polizia francese alle braccia, irrompe nell’appartamento sequestrando la coppia. Le ragioni dell’aggressione sono legate a un episodio accaduto in passato, quando Franck e Léo militano in un’unità d’élite della Gendarmeria nazionale. Dal racconto emergono le ragioni dell’espulsione dell’uomo dal corpo speciale.

Franck, infatti, qualche tempo prima, risponde a una chiamata e interviene, insieme ad altri colleghi, nella hall dell’hotel Trianon Palace. Ma la vicenda assume i contorni di un fatto di sangue che costa la vita a due presunti ladri e a Nico (Alexis Manenti), il miglior amico di Franck. Intanto, mentre Léo si trova ostaggio del commando, in una località segreta, Franck viene rilasciato per recuperare e consegnare ai rapitori una prova che se divulgata creerebbe uno scandalo nazionale dalle gravi conseguenze internazionali. Ad Vitam, che in poco tempo ha scalato le prime posizioni dei film più visti della piattaforma in streaming, prende spunto dalla locuzione latina utilizzata per indicare impegni perpetui e solenni. Ma, nel contesto della narrazione, il significato assume due accezioni opposte: positiva, in quanto indica un’eredità ideale; negativa, che segnala un passato tormentato. Dal punto di vista stilistico, Lauga gira un poco plausibile classico film d’azione europeo che punta esclusivamente sul ritmo concitato, salvo prendersi la lunga pausa dettata dal fin troppo esplicativo flashback: uno sviluppo della narrazione che pare ormai assurto a cliché del genere. Nel corso della messa in scena la dimensione privata (l’agognata paternità) prende inevitabilmente il sopravvento sul contesto pubblico (un intrigo politico dai confini internazionali). In realtà, le vicende narrate suonano come una sorta di espediente narrativo utile solo a mettere in mostra la fisicità di Guillaume Canet. In definitiva, in un contesto narrativo troppe volte rappresentato sul grande e sul piccolo schermo, l’attore francese si trova pienamente a proprio agio.

Aggiornato il 21 febbraio 2025 alle ore 19:02