L’ultraliberismo di Ayn Rand

Alisa Zinov’evna Rozenbaum nasce a San Pietroburgo il 2 febbraio 1905. Prende la cittadinanza negli Usa dove è conosciuta con il nome Ayn Rand O’Connor. Lascia Leningrado per approdare nella sua città di elezione New York, dove ambienta gran parte delle sue narrazioni che celebrano l’individualismo, l’egoismo. Promuove l’individualismo e l’egoismo come requisiti da esercitare in modo “razionale” perseguendo il proprio bene personale senza creare danni al prossimo. Nel rispetto di questa regola è possibile attuare il capitalismo mediante la libertà economica senza regole, il cosiddetto Laissez-faire, espressione tanto cara agli economisti. Rifiuta decisamente l’uso della forza in quanto inutile all’interno di una azione umana razionale che non la rende necessaria. Tiene a precisare che i fondamenti del Laissez-faire sono la proprietà privata e il riconoscimento dei diritti individuali. La concatenazione logica include il fatto che la “razionalità” dell’agire personale presuppone il possesso di abilità, intelligenza delle persone. Ayn Rand elabora un libriccino per la Commissione per le attività antiamericane creata dal senatore Eugene McCarthy, con il quale collabora. In questo manualetto Ayn Rand ribadisce con forza la eliminazione di qualsiasi forma di visibilità e di pubblicità e qualsiasi accenno ai sistemi collettivistici e anti-individualistici.

Un principio da applicare in gran misura nel mondo dello spettacolo e del cinema in particolare. Ha scritto diversi libri ma quello che più visitato è La rivolta di Atlante, pubblicato nel 1957 e dal quale è estratta la seguente riflessione: “Quando ti renderai conto che, per produrre, devi ottenere l’autorizzazione da coloro che non producono nulla; quando vedrai che il denaro scorre verso chi non commercia beni, ma favori; quando ti accorgerai che molti si arricchiscono tramite la corruzione e le influenze, piuttosto che con il proprio lavoro, e che le leggi non ti proteggono da loro, ma anzi, sono loro ad essere protetti contro di te; quando scoprirai che la corruzione è premiata e l’onestà diventa un sacrificio personale, allora potrai affermare, senza timore di sbagliarti, che la tua società è condannata”. La riflessione è di effetto ma richiama alcune valutazioni. La prima induce a pensare che la teoria di Ayn Rand ha il difetto di presupporre un “mondo perfetto” che si sostiene su alcuni fondamentali schematici: libertà economica realizzata da umani “razionali” che subito scaraventa fuori dalla realtà. La seconda è la visione puramente ideologica che mostra un impianto puramente assiomatico e piuttosto gracile. Abbiamo appena descritto i capisaldi della teoria dell’oggettivismo. L’individualismo assoluto e ossessivo trascura che ogni evento si realizza grazie a un’interrelazione di fattori sociali, storici, economici, politici provenienti dal passato, che si creano nel presente con effetti nel futuro. I sistemi economici sono collegati fra loro dai cosiddetti “mercati”. La studiosa impernia la sua costruzione teorica sull’assunto libero mercato = prosperità, con la totale assenza della capacità regolatoria attuata dalle strutture pubbliche di controllo.

I controlli non sono atti repressivi come invece la Rand ripete ossessivamente nelle sue deduzioni. Insomma, le pubbliche istituzioni sono viste in modo totalmente negativo. La storia e gli studi effettuati dalle Autorità di controllo assieme a diversi centri di ricerca, affermano che un mercato regolamentato – e non represso – crea ricchezza, la redistribuisce della ricchezza ha l’effetto di eliminare gradualmente le disuguaglianze sociali. La costruzione teorica della Rand non tiene conto affatto della capacità regolatoria delle normative internazionali emesse per gestire i processi criminali del riciclaggio e dell’evasione fiscale. Non tiene conto del crescente classismo creato dalle disuguaglianze sociali, economiche, scolastiche che escludeva i meno abbienti ad una istruzione di alto livello, sanitarie non fruibili da classi sociali senza reddito. Le ricerche economiche – anche del famosissimo World Economic Forum hanno evidenziato che il rimodellamento tecnologico delle filiere di produzione con il sostegno di finanziamenti pubblici (interventismo statale in economia) crea lavoro e aumenta la produttività pro-capite.

Nessun capitalismo selvaggio popolato da individui isolati in concorrenza feroce fra loro può creare benessere ma piuttosto una conflittualità endemica. Il simbolo del libertarismo anarcoide contro qualsiasi impulso regolatore impersonato nei personaggi dei suoi romanzi tutti eroi indipendenti individualisti e contro ogni regolamentazione che per lei erano sinonimo di massificazione. La Rand è stata criticata per la debolezza dei fondamenti delle sue teorie al tempo molto popolari ed esaltate per giustificare la tendenza speculativa della visione economica. È stata invece esaltata dal presidente della Federal Reserve Alan Greenspan e dall’ex segretario di Stato statunitense Hillary Clinton, importante esponente della corrente liberal di sinistra, globalista, inclusiva. Ayn Rand ha ispirato giornalisti italiani, tra i quali Nicola Porro. Oggi, è stata quasi dimenticata. Muore a New York nel 1982.

Aggiornato il 19 febbraio 2025 alle ore 13:02