Che effetto fa un batacchio al portone che bussa da solo? Non rappresenta, per caso, l’idea stessa della mano fantasma per eccellenza? Ora, non si capisce bene perché si abbia paura di quei sinistri rintocchi, ma non di quelli che risuonano silenziosi all’interno della nostra psiche, nella parte che potremmo definire appartenente alla materia oscura, impalpabile e invisibile nel mondo apparente. Oggi, le equazioni di Stephen Hawking ci dicono che anche un buco nero perde radiazione, quindi figuriamoci la materia visibile di cui noi tutti siamo fatti. Per dire, se davvero volete tirare fuori la parte oscura che è in tutti noi, composta dalla stessa sostanza imprendibile e inaddomesticabile di cui è composto il male, allora correte i rischi che Sergio Rubini, regista, attore e voce narrante del dramma Il caso Jekyll, si assume nella sua riduzione teatrale del famoso romanzo vittoriano Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde di Robert Louis Stevenson, in scena al Teatro Quirino Vittorio Gassman di Roma, fino al 2 febbraio. Lo spettacolo, prodotto dalla Fondazione Teatro Di Napoli-Teatro Bellini, da Marche Teatro e dal Teatro Stabile di Bolzano, è inquietante e molto affascinante. È interpretato da un bravissimo Daniele Russo, che, nel doppio ruolo di Jekyll-Hyde, entra ed esce dalle sembianze umane per spargere il suo seme avvelenato nelle coscienze dei colti e degli sprovveduti, tutti vittime delle sue violenze fisiche e mentali. Giustamente, la scelta della scenografia oppone all’oscuro una casa di vetro, in cui ciò che di misterioso accade all’interno transluce parzialmente all’esterno. Una cabina del rumorista mostra la regia dei suoni e degli effetti speciali che vi si accompagnano, come l’esplosione sonora e profonda quando arriva in scena il diavolo Hyde, che si annuncia con un fischio sinistro e acuto, oppure rumori di acqua e di passi pesanti sull’acciottolato.
L’unica attrice in scena, Alessia Santalucia, recita addirittura, con perizia e maestria, ben cinque ruoli diversi: Lenore, la moglie sfortunata di Jekyll, morta misteriosamente prima di partorire il suo bambino; la cameriera della casa del mostro; una pensionante di Soho, lurido quartiere della Londra ottocentesca; la domestica; la fiammiferaia che ha la sfortuna di incontrare Hyde e di venire violentata; la madre di Lizzie, una ragazzina appena quattordicenne che il doppio oscuro aveva scelto come giovanissima amante, costringendola poi a suicidarsi per la vergogna. Già, ma i demoni sognano? Hanno per caso gli incubi? Paradossalmente, il male non ha altri riflessi che sé stesso, mentre invece, a quanto pare, il bene ha sempre riverberi maligni perché è una convinzione dell’individuo sociale, che esibisce il suo pupo pubblico pirandelliano impastato di orgoglio, arroganza e rispetto, mentre chiuso nelle quattro pareti domestiche, guardando bene, può incontrare la sua parte d’ombra, quella che lui stesso né nessun altro dovrebbe mai vedere. Invece, il dottor Jekyll matura al culmine della sua scienza psichiatrica la costruzione dell’anello destinato a tenere unite le due metà di sé stesso che intende distaccare, per studiare e vivere fino in fondo quella invisibile allo specchio. Trova così la pozione miracolosa che favorisce il passaggio all’animale istintuale primigenio e primitivo, privo di freni inibitori, cui tutte le depravazioni sono concesse, anche grazie al fatto che quel signor Hyde potrà godere delle ragguardevoli sostanze di Jekyll per comprare i silenzi delle proprie vittime.
Ed è proprio da questa scena, in cui si descrive una folla di pezzenti che circonda Hyde e vuole linciarlo per aver tormentato, violentato e spinto a suicidio per vergogna la piccola Lizzie, che lo spettacolo ha inizio, dopo l’introduzione della voce narrante. Gli eventi sono minuziosamente raccontati all’interno del dialogo tra due cugini, di cui uno dei due, John Gabriel Utterson (Geno Diana) è l’avvocato di fiducia di Jekyll, mentre il secondo, Richard Enfield (Roberto Salemi), testimone diretto degli eventi, ha il compito complementare al Narratore di disegnare, a beneficio del pubblico, lo spazio inquietante in cui si muove e prende forma all’improvviso la figura abietta e l’oscuro mondo di Hyde. Scoprendo così, dopo averlo pedinato, che la sua abitazione, guarda caso, si trova nel sottoscala della casa padronale di Jekyll, di cui il suo doppio malvagio ha le chiavi, in senso fisico prima, e poi animistico nel seguito. Ma tutta la scienza (quella giuridica di Gabriel, e quella psichiatrica del dottor Hastie Lanyon, collega di Jekyll) è sconvolta da questo sdoppiamento che conduce alla liberazione del male puro, con il risultato di renderlo incontrollabile dalla parte sana dell’Io razionale.
Già, perché quella proiezione malvagia, una volta uscita dalla lampada, non può più essere rimessa a posto dov’era, nel recesso profondo e inaccessibile della mente. Belle e intense sono le scene che vedono Hastie-Rubini terrorizzato dalle confessioni di Hyde e dalla sua minaccia di impossessarsi della nipote minorenne del dottore, per farne una copia sciagurata di Lizzie. Già, ma chi veramente può dirsi immune dal male, anche se alla fine lo si potrà seppellire momentaneamente con le spoglie mortali di Jekyll, come farà l’avvocato Gabriel che ne coglierà la confessione, per poi dover scoprire che anche nel suo essere intimo esiste un doppio inquietante e oscuro? Spettacolo imperdibile!
Aggiornato il 30 gennaio 2025 alle ore 14:14