Un documentario biografico racconta la storia di un genio della musica contemporanea. Con le musiche di John Williams di Laurent Bouzereau è un film, dallo scorso novembre visibile su Disney+, dedicato alle vicende, private e artistiche, di un autore pluripremiato. Una lettera d’amore a un maestro (del tutto privo di boria). Una straordinaria occasione per conoscere l’arte creativa di un autore che ha fatto emozionare milioni di spettatori. Il leggendario compositore, musicista e direttore d’orchestra, che ha avuto un notevole impatto sulla cultura popolare, ha realizzato le colonne sonore di capolavori come Indiana Jones, Superman, Jurassic Park, Nato il quattro luglio, Mamma, ho perso l’aereo, Prova a prendermi, Harry Potter e nel 2023, a 91 anni, è entrato nella storia come il candidato all’Oscar più anziano, in qualsiasi categoria, per The Fabelmans. Il compositore, che il prossimo 8 febbraio compie 93 anni, vanta un totale di 54 nomination agli Oscar, con cinque vittorie: Il violinista sul tetto (1971) di Norman Jewison; Guerre stellari (1977) di George Lucas; Lo squalo (1975), E.T. l’extra-terrestre (1982) e Schindler’s List (1993) girati da Steven Spielberg. Tra gli altri premi, Williams ha ricevuto 26 Grammy Awards, su un totale di 76 candidature.
Con le musiche di John Williams narra le tappe di una carriera inimitabile, ultrasettantennale, dagli esordi come pianista jazz fino ai successi come compositore. Le sue musiche costituiscono la colonna sonora del cinema hollywoodiano. Il suo stile è caratterizzato da suggestivi temi di grande immediatezza, orchestrati in maniera epica. La regia di Bouzereau fa convivere filmati d’epoca con interviste attuali e storiche, frammenti di film e registrazioni delle partiture, raccontando la vita privata e l’arte di Williams. Bouzereau riesce a rappresentare, con garbo e sobrietà, anche la storia personale di un giovane padre che, divenuto improvvisamente vedovo, deve affrontare una complicata paternità. Desta indubbia commozione la parte dedicata alla prima moglie di Williams, l’attrice e cantante Barbara Ruick, scomparsa a soli 42 anni, nel 1974. Sono numerose le testimonianze degli artisti che raccontano l’importanza delle celebri colonne sonore. Sullo schermo si alternano le voci e i volti dei cineasti Steven Spielberg e Ron Howard (produttori del documentario insieme a Kathleen Kennedy), George Lucas, J.J. Abrams, Chris Columbus e James Mangold, del violoncellista Yo-Yo Ma, dell’attore Ke Huy Quan, del compositore Alan Silvestri, del frontman dei Coldplay Chris Martin, del produttore Brian Grazer. Spielberg, storico collaboratore di Williams, è inevitabilmente l’anfitrione del film, essendo il fan più devoto e il mentore più fedele del grande compositore. Il regista offre riflessioni che suonano come una vera e propria lezione di regia e di montaggio. Senza dimenticare il racconto di un’appassionata amicizia e l’intesa creativa cinquantennale. Nel documentario, Bouzereau affronta esclusivamente il processo creativo che muove Williams. Il regista francese rifugge volutamente le implicazioni psicologiche ed etiche e il rapporto del compositore con l’arte. Il racconto mette in scena un percorso celebrativo della vita professionale di un autentico gigante della musica. Prevale il pragmatismo di un autore prolifico e poliedrico. Il merito maggiore di Bouzereau attiene all’esplorazione dei primordi jazzistici di Williams. Oltre al racconto della lunga carriera da strumentista. Il compositore ha letteralmente imparato il mestiere sul campo. A partire dai temi classici come Peter Gunn di Henry Mancini o la sua partecipazione al ciclo dei Disaster movie anni Settanta.
Aggiornato il 03 gennaio 2025 alle ore 19:22