Arriva oggi nei cinema il prequel del classico film Disney del 1994. Firmato dal premio Oscar Barry Jenkins, Mufasa: il Re Leone è un’opera emozionante su come si diventa dei grandi sovrani. Una storia di crescita dove i protagonisti si dividono tra fato e famiglia. Quali sono gli altri temi? Il dovere, il sogno di un mondo migliore da raggiungere, ma anche, in segno negativo e molto attuale, la crudeltà del potere e l’odio. Girato tra live-action e capture (ovvero leoni veri resi umani), il film racconta, attraverso Rafiki, la leggenda di Mufasa alla giovane cucciola di leone Kiara, figlia di Simba e Nala, con Timon e Pumbaa, rispettivamente un suricato e un facocero, alle prese con le loro follie piene di parole. Una storia drammatica perché il cucciolo, prima di diventare il re giusto che conosciamo, se l’è vista davvero brutta. Per un lungo periodo, causa un’inondazione, diventa infatti esule ritrovandosi nel regno di Obasa, leone aristocratico e cattivo, che lo considera un randagio che puzza, un senza patria. Per fortuna diventa amico di Taka, erede al trono di Obasa, che invece lo vede come quel fratello che non ha avuto.
“C’è un motivo per cui le persone sono state innamorate del Re Leone da trent’anni: per le forti emozioni e gli obiettivi”, dice Jenkins che ha scritto e diretto Moonlight, vincitore dell’Oscar. “In realtà, c’era già tutto nella sceneggiatura di Jeff Nathanson. Il personaggio di Sarabi (la tenera madre di Mufasa), poi, è un esempio perfetto. Quando ho letto per la prima volta la sceneggiatura, su suggerimento di mia moglie mi sono reso conto che c’era una profondità enorme in questo personaggio, come in altri, tutti ruoli non periferici, ma semplicemente privi dello spazio per essere raccontati come meritavano. Che tu abbia quattro o 104 anni, c’è qualcosa nel Re Leone giusto per te. E così non ho pensato a quello che era stato fatto prima, come era stato fatto e perché era stato fatto, ma mi sono solo detto: lo farò in un modo altrettanto bello, profondo e stratificato”.
Aaron Stone Pierre, l’attore britannico voce originale di Mufasa, dice che “il grande James Earl Jones (la voce del Re Leone e di Darth Vader) è sempre stata una delle mie più grandi ispirazioni. Certo, anche molto prima di sapere che mi sarebbe stata regalata l’opportunità di raccontare questa storia e anche molto prima che diventassi professionista, per me era la cima della montagna. Il suo ampio lavoro vocale l’ho sempre studiato, osservato, ho cercato di essere una spugna e imparare da lui”. Luca Marinelli è la voce italiana di Mufasa. “Sono un fan del Re Leone, avrò visto il film cento volte. Ora i miei nipoti guarderanno per anni il film e mi toccherà fare la voce di Mufasa per mettere a letto i bimbi dei miei amici. Ci sono tante cose belle in questo film come il tema della terra promessa, ognuno deve recarsi verso il proprio Milele”. Elodie (voce di Sarabi) è piacevolmente sorpresa di aver dato voce a un personaggio Disney: “Chi avrebbe mai immaginato un’opportunità simile! E poi mi sono sempre sentita un cucciolo di leone, che pensava che aggredire fosse il solo modo per difendersi. La mia paura è sempre stata quella di non essere all’altezza, di non essere capita”.
Aggiornato il 19 dicembre 2024 alle ore 13:58