Paola Lombroso nasce a Pavia nel 1871. È figlia di Cesare Lombroso, caposcuola della criminologia italiana e studioso di malattie infettive. Frequenta studi classici che non porta a compimento. Collabora attivamente alla rivista “Archivio di psichiatria” diretta dal padre. I suoi interessi si orientano progressivamente verso studi e ricerche sull’infanzia, sul metodo pedagogico e psicologico e sulla letteratura per bambini. Un campo di ricerca che la impegnerà tutta la vita. Si è formata con la collaborazione a riviste del settore infantile fra le quali: Fanfulla della domenica, Gazzetta letteraria e Vita moderna.
Entra in contatto con le idee socialiste frequentando Anna Kuliscioff, che orienta la sua attenzione verso le classi marginali e povere. Anche il padre presterà attenzione a questi temi. Collabora con il quotidiano L’Avanti! e con altre testate socialiste.
Seguendo il suggerimento della Kuliscioff, assieme alle sorelle costituisce una struttura a Torino chiamata “Scuola e famiglia” e dedicata al sostegno scolastico e alla lotta all’analfabetismo. L’idea ha un grande successo e viene imitata dalle scuole elementari di Torino. L’esperienza ammorbidirà le sue iniziali posizioni scientiste per perorare la giustezza di un approccio di modificazione della vita individuale con l’intervento pedagogico dall’infanzia.
Sposa Mario Carrara, allievo del padre. Si trasferisce a Cagliari dove il marito è docente di Medicina legale. La coppia ritorna a Torino dopo la destituzione del marito, uno dei pochissimi a non aver giurato fedeltà al fascismo.
La lotta all’analfabetismo si realizza con la creazione del Corriere dei Piccoli, detto anche Corrierino. Avviene il brutto episodio della sua estromissione dal giornalino e, nella rubrica a lei assegnata, scrive sotto pseudonimo.
Sul tema dell’infanzia il suo impegno si riassume con la pubblicazione di vari libri, fra i quali Saggi di psicologia del bambino (1894), Il problema della felicità (1900), La vita dei bambini (1904).
L’azione culturale si basa sul principio dello “insegnare divertendo”. Esistevano diversi periodici piuttosto inamidati: Il Novellino, Il Giovedì, Il Follettino, La Domenica dei fanciulli, Il Giornale dei fanciulli. Lei però ha l’accortezza di creare un periodico più agile, divertente e soprattutto legato ad un quotidiano di vasta diffusione consentendo il prezzo ridotto del Corrierino. Ha intuito precocemente il fondamentale ruolo dell’immagine come veicolo di messaggi. L’intuizione fu incoraggiata dal direttore Luigi Albertini del Corriere della Sera che, tuttavia, fu la causa dell’estromissione di Paola Lombroso alla quale preferì un uomo alla direzione del periodico. Esistevano già donne protagoniste nel mondo della stampa. Alcune erano alla direzione di periodici e quotidiani: Matilde Serao, Ida Baccini ed Emma Perodi. La causa della sua estromissione fu la sua adesione alle idee socialiste che non erano allineate con la politica del Corriere. Non fu determinante l’intervento di Filippo Turati per il reintegro della Lombroso. Luigi Albertini oppose un muro invalicabile. Turati consigliò alla Lombroso di accettare un incarico di minore rilievo, per rimanere con un piede dentro al giornale. Il giornale accetta di aprire una rubrica denominata “Corrispondenze” dove Paola Lombroso scrive racconti.
Crea le “bibliotechine rurali” per incoraggiare la lettura nelle zone disagiate. Il Corriere, non tollerando l’intraprendenza che aveva di fatto creato un giornale nel giornale, decide di censurarla continuamente e in modo crescente. Lei si dimette, ma il suo impegno esterno si moltiplica. Fonda un asilo per i figli dei soldati in guerra e una sede, “La casa del sole”, per accogliere i figli dei malati di tubercolosi. Con lo pseudonimo di Zia Mariù prosegue l’attività letteraria e l’azione delle bibliotechine rurali.
Fugge in Svizzera per evitare le persecuzioni antisemite. Fa ritorno in Italia dopo la Liberazione. Il suo contributo viene riconosciuto negli anni Settanta con le ricerche di alcuni studiosi. Viene riconosciuta la sua capacità di essere la prima ad aver compreso il grande potenziale comunicativo nell’uso congiunto della parola e dell’immagine. Sarà considerata una delle fondatrici del fumettismo italiano.
Scrive e fa ricerche sul mondo dell’infanzia fino al gennaio del 1954, data della sua morte.
Aggiornato il 02 dicembre 2024 alle ore 16:30