La decisione di scrivere un agile volume sullo psichiatra libertario statunitense Thomas Szasz (1920-2012) mi è stata ispirata da una sorta di senso del dovere. Mi sembrava, infatti, che non fosse tollerabile la mancanza di una monografia dedicata a questo studioso che, con un’attività intellettuale prodigiosa, ha difeso tesi di grande originalità e suscitato infuocate polemiche. I libertari sono una sparuta minoranza tra gli psichiatri, quasi tutti politicamente orientati a sinistra. Allo stesso modo, gli psichiatri sono una sparuta minoranza tra i teorici libertari, quasi tutti economisti o filosofi. Nel piccolo drappello di psichiatri libertari, spicca la figura di Szasz, la cui opera ha avuto una significativa influenza sia sulla psichiatria sia sul libertarismo. Szasz ottenne una vasta fama in seguito alla pubblicazione di The Myth of Mental Illness (1961), dove viene difesa la tesi che le malattie mentali non esistono. Questa tesi implica che le cosiddette psicoterapie, cioè le cure per le (inesistenti) malattie mentali, sono inutili. Secondo Szasz, le idee di malattia mentale e psicoterapia sono solo miti, inventati per giustificare la psichiatria istituzionale, che consiste nel ricovero coatto degli individui etichettati come matti e nella somministrazione, quasi sempre coercitiva, di trattamenti fittizi per malattie inesistenti.
La critica di Szasz alla psichiatria istituzionale suscitò molta attenzione anche Italia dove, fra il 1966 e il 2009, furono tradotti quattordici suoi volumi. Tuttavia, la ricezione della sua opera nel nostro Paese è stata segnata da seri fraintendimenti, cosicché Szasz veniva spesso visto come un padre dell’antipsichiatria e un critico sociale di sinistra. Questi equivoci sul pensiero di Szasz sono stati favoriti dal fatto che i volumi di Szasz tradotti in italiano riguardano quasi esclusivamente la psichiatria, mentre nessuno dei suoi testi più squisitamente politici è stato finora tradotto nella nostra lingua. Per questa ragione, con il mio volume, mi sono proposto di restituire ai lettori un’immagine dell’opera di Szasz sgombra dai pregiudizi ideologici che ne hanno accompagnato la ricezione nel nostro Paese. A tal fine, ho prestato la dovuta attenzione al suo pensiero politico, ispirato alla tradizione liberale e libertaria anglo-americana. In particolare, mi sono soffermato sulla versione szasziana del libertarismo, fondata su un’interpretazione radicale del principio di autoproprietà, che sancisce il diritto di ogni individuo al pieno possesso del proprio corpo.
(*) Autore del libro Thomas Szasz
(**) Il libro Thomas Szasz di Roberto Festa è stato presentato lo scorso sabato all’interno di Bookcity Milano. Insieme all’autore sono intervenuti Gilberto Corbellini (Università La Sapienza di Roma) e Antonio Carioti (Corriere della Sera). Ecco la registrazione video e il podcast della presentazione.
Aggiornato il 26 novembre 2024 alle ore 09:39