Netflix tenta un azzardo. Realizzare una serie tivù su Il gattopardo, a partire da due capolavori riconosciuti: il romanzo (Premio Strega, 1959) di Giuseppe Tomasi di Lampedusa e il film (Palma d’oro a Cannes,1963) di Luchino Visconti. Il progetto televisivo, prodotto e girato in Italia, arriva sulla piattaforma in streaming nel 2025. Kim Rossi Stuart veste i panni di Don Fabrizio, Saul Nanni in quelli di Tancredi, Deva Cassel è Angelica, Benedetta Porcaroli è Concetta. “Ho lavorato nell’industria televisiva italiana per quasi 30 anni. Quando ho iniziato la mia avventura a Netflix, Il gattopardo è stato il primo progetto che ho voluto produrre per la sua portata e ambizione”, ha spiegato in un video di presentazione Tinny Andreatta, vicepresidente dei contenuti per l’Italia. I sei episodi, scritti da Richard Warlow e Benji Walters, sono diretti da Tom Shankland, Giuseppe Capotondi (episodio 4) e Laura Luchetti (episodio 5). “Visconti ha trasformato il classico di Tomasi di Lampedusa in un capolavoro cinematografico, ma c’è sempre stato molto di più nella storia. Il gattopardo cattura un momento iconico della storia italiana. Ma è anche la storia di un uomo che appartiene a un’epoca che sta finendo, con un futuro difficile da immaginare. In questo senso, sembra molto moderno e universale”, ha aggiunto Andreatta, che ha lanciato il trailer dicendo: “Il nostro obiettivo era rimanere fedeli al romanzo approfondendo però i personaggi”.
Le grandi storie possono venire da qualsiasi posto”, ha esclamato Bela Bajaria, la chief content officer di Netflix presentando anche le altre novità in lingua non inglese in arrivo sulla piattaforma. “Oltre il 70 per cento delle visualizzazioni su Netflix avviene con sottotitoli (esistono in 33 lingue) o doppiate (in 36 lingue)”, ha sottolineato Bajaria, convinta che questo sia un vantaggio per il pubblico, ma anche per i creatori, “perché le loro storie ‘locali’ possono avere impatto in tutto il mondo”. Per questo, spiega la dirigente, Netflix ha collaborato con più di mille produttori provenienti da oltre 50 Paesi al di fuori degli Stati Uniti. Tra i titoli non in inglese in arrivo, c’è un’altra serie tratta da un classico della letteratura mondiale, colombiana in questo caso: Cent’anni di solitudine. “È la prima trasposizione del romanzo di Gabriel García Márquez: siamo riusciti ad avere il beneplacito della famiglia, a condizione di girare in Colombia e in spagnolo”, ha raccontato emozionato Paco Ramos, vicepresidente dei contenuti per l’America Latina.
Aggiornato il 21 novembre 2024 alle ore 14:51