Francesco De Gregori è impegnato in Nevergreen (Perfette sconosciute), una serie di concerti per soli duecento spettatori a serata. Una dimensione intima scelta per venti appuntamenti in programma sul palco del Teatro Out Off di Milano. Una sorta di grande sala prove, il piccolo teatro milanese, dove le canzoni non sono da provare, perché già collaudate nei decenni, anche se meno conosciute (se non proprio sconosciute) nel repertorio del cantautore romano. Pochi i brani celebri, da Generale a Rimmel, fino a Buonanotte fiorellino, che chiude la serata sulle note di un valzer notturno. Tante le canzoni nascoste, da Caterina ai ragazzini de L’uccisione di Babbo Natale. “Discreti figli di puttana”, commenta De Gregori dal palco a proposito di questi ultimi due, protagonisti della favola gotica per musica e parole. E di commenti, la penna e la voce di Caldo e scuro, I matti e Gambadilegno a Parigi, durante il concerto che cambierà scaletta tutte le sere, di chiacchiere ne fa molte, per un’inedita veste confidenziale.
De Gregori si esibirà sotto gli stessi riflettori ogni sera, con una pausa ogni tre, fino al 23 novembre. “Suonare dal vivo – racconta ancora De Gregori – significa sentire il suono vero degli strumenti che viaggiano nell’aria”. E il suono è quello di una band speciale: Guido Guglielminetti al basso; Carlo Gaudiello al piano; Primiano Di Biase ad Hammond e fisarmonica; Paolo Giovenchi e Alessandro Valle alle chitarre; Simone Tallone alla batteria e Francesca La Colla ai cori. “Oggi se non puoi scrivere sold out nella locandina dei concerti – scherza dal palco De Gregori – sembri un fallito. Io per non rischiare ho scelto un teatro da 200 persone per il tutto esaurito su tutte le sere. Racconto anche le canzoni che canto, perché molte appartengono al periodo in cui si diceva che la mia scrittura fosse troppo ermetica, che non si capiva”. A scanso di fraintendimenti, è l’autore, per una volta, a spiegare le grandi linee che a suo tempo hanno guidato la penna, lasciando però il gusto dell’immaginazione a chi ascolta. “Di Quattro cani (che ha aperto il primo concerto milanese) – ricorda De Gregori – si diceva che fosse dedicata anche a Patty Pravo, Venditti e al mio produttore di allora. In realtà la canzone nasce solo dal mio grande amore per gli animali”.
Se Caldo e scuro è invece “la canzone che è meglio non ascoltare se sull’orlo di una anche minima depressione”, Caterina è la canzone “che ho scritto per una ragazza a cui ho voluto molto bene. Cantava canzoni popolari e mi ha voluto come chitarrista”. E poi ancora, in scaletta, I matti, Festival, scritta pensando alla fine amara di Luigi Tenco al Festival di Sanremo, Il cuoco di Salò e San Lorenzo. Per una versione inedita e ricercata del repertorio costruito in tanti anni carriera. Gino Pacifico entra in scena sulle note di Alice. “Ho raccontato a Francesco – spiega Pacifico – di aver imparato a suonare la chitarra con le sue canzoni e lui si è rammaricato perché avrei potuto imparare suonando Jimi Hendrix”. E con Pacifico, De Gregori sta anche incrociando la penna in questo periodo, tra esperimenti e nuove canzoni. Una di queste ha preso il titolo di Baby Blue, ispirata al dylaniano mondo del folk rock nordamericano. Un inedito, che è piaciuto anche a Gianna Nannini, che non poteva mancare sul palco dell’Out Off per suonarla insieme ai due amici e colleghi. Poi Gianna rimane, per cantare insieme a De Gregori anche la sua America e una versione inedita di Diamante (testo di De Gregori e musiche di Zucchero, Mino Vergnaghi e Matteo Saggese).
(*) Il video è tratto dalla pagina Facebook ufficiale di Francesco De Gregori
Aggiornato il 01 novembre 2024 alle ore 10:28