Quarant’anni fa l’addio a Eduardo De Filippo

Il 31 ottobre 1984, esattamente 40 anni fa, scompare Eduardo De Filippo. Drammaturgo, attore e regista, è stato uno dei più grandi uomini di teatro del Novecento. “È stata tutta una vita di sacrifici e di gelo! Così si fa il teatro, così ho fatto! Ma il cuore ha tremato sempre tutte le sere, tutte le prime rappresentazioni e l’ho pagato! Anche stasera mi batte il cuore e continuerà a battere anche quando si sarà fermato”. È un frammento del suo ultimo discorso pronunciato sul palco del Teatro antico di Taormina, il 15 settembre 1984. Figlio del celebre attore e commediografo Eduardo Scarpetta e fratello di Peppino e Titina, Eduardo ha scritto e interpretato decine di opere. Tra le più celebri, occorre menzionare: Sik-Sik, l’artefice magico (1929), Natale in casa Cupiello (1931), Napoli milionaria! (1945), Filumena Marturano (1946), Questi fantasmi! (1946), Sabato, domenica e lunedì (1959), Il sindaco del rione Sanità (1960), Gli esami non finiscono mai (1973). Rai Teche ricorda il grande autore pubblicando su RaiPlay una delle sue ultime interviste televisive. Eduardo – L’arte di invecchiare è la riproposizione dell’incontro di Leandro Castellani e Claudio Donat-Cattin, con l’anziano maestro del palcoscenico, trasmesso nell’ambito della rubrica Primo piano, il 19 ottobre 1984, pochi giorni prima della scomparsa. Si tratta di una sorta di conversazione-testamento nella quale Eduardo parla di sé e della sua opera, ma in relazione ai temi della terza età e del passaggio di testimone tra le generazioni.

Ne viene fuori il ritratto commovente e non scontato di un gigante che ha vissuto la propria vecchiaia “ringiovanendo”, senza smettere mai di lavorare con passione, creatività ed energia. Tra un ricordo del passato e un progetto per il futuro, il cuore e la saggezza eduardiani emergono soprattutto nelle parole dedicate ai giovani, ai quali l’artista napoletano rivolge un’attenzione costante: lo dimostrano, nei suoi ultimi anni, l’attività di insegnamento presso il Centro Teatro Ateneo dell’Università “La Sapienza” di Roma e, in particolare dopo la nomina a senatore a vita voluta dal presidente della Repubblica Sandro Pertini nel 1981, il concreto impegno per i minori detenuti negli istituti di pena. Il percorso umano e artistico di Eduardo è quello di una figura centrale nella cultura italiana del Novecento, ma sempre calata nella viva realtà della sua epoca e della sua terra, capace di partire dalle radici teatrali partenopee per raggiungere le vette di un’arte universale e al contempo popolare. I capolavori di Eduardo non sono soltanto tra i testi della produzione teatrale italiana contemporanea più rappresentati nel mondo, ma anche quelli che il vasto pubblico della televisione ha imparato ad amare nei diversi cicli di adattamenti per il piccolo schermo realizzati dallo stesso autore tra gli anni Cinquanta e Settanta. L’emozione che ancora oggi suscita il teatro di Eduardo è indiscutibile. Un’ulteriore testimonianza della sua personalità straordinaria e della sua presenza nella società è il breve filmato da poco restaurato nell’ambito dell’azione di recupero digitale dei servizi in pellicola dei telegiornali Rai promossa dalla Direzione Teche.

Qui proposto come prezioso “extra” che accompagna la lunga intervista del 1984, il contributo risale al giugno del 1958 e mostra Eduardo in occasione dell’allestimento di uno spettacolo presso la sala del dopolavoro delle acciaierie di Cornigliano a Genova, con il maestro che nel presentarlo sottolinea l’importanza di portare il teatro a una platea di operai e operaie. L’omaggio di Rai Teche a Eduardo De Filippo non si esaurisce comunque qui, perché l’offerta vede anche, accanto alla novità Eduardo – L’arte di invecchiare, altri due prodotti d’archivio già da tempo disponibili nel catalogo sulla piattaforma RaiPlay: Pulcinella ieri e oggi, trasmissione del Natale 1973 in cui Franco Zeffirelli intervista De Filippo sulla maschera della tradizione napoletana, e lo sceneggiato Cuore di Luigi Comencini, ultima interpretazione dell’attore e commediografo nei panni, probabilmente non a caso, di un vecchio maestro di scuola.

Oggi alle 15.45 su Rai 5, l’omaggio a Eduardo De Filippo sul palcoscenico con la serie che ripropone, fino alla metà di gennaio, tutto il suo teatro, in ordine cronologico: in scena c’è Chi è più felice di me, interpretato da Eduardo De Filippo, Valeria Moriconi, Pietro Carloni, Gennaro Palumbo, Carlo Lima, Enzo Cannavale, Nina De Padova, Ugo D’Alessio, Antonio Casagrande. Protagonista della commedia in due atti è Don Vincenzo, un anziano contadino che vive con la giovane moglie Margherita nella sua casa in campagna. L’uomo è appagato dalla sua esistenza e cerca, in ogni modo, di non comprometterla. Questo sereno idillio però è rotto dall’arrivo in casa di Riccardo, un giovane in fuga dai carabinieri che, con una minaccia, costringe Vincenzo a nasconderlo in casa. La presenza del latitante turba molto Margherita che sembra essersi presa una cotta per lui. Nel corso dell’omaggio a De Filippo, saranno proposte anche due documentari inediti, ancora su Rai 5: il primo, intitolato Il giorno di Eduardo, in onda il 9 novembre alle 23 circa, è dedicato alla sua esperienza e alle sue iniziative come Senatore a vita, prima tra tutte la sua rivoluzionaria battaglia contro il sistema carcerario minorile, un aspetto da lui giudicato inumano; il secondo Camilleri racconta Eduardo (il 30 novembre, alle 23 circa), offre la testimonianza dello scrittore sul felicissimo rapporto di De Filippo con la Rai. Il ciclo si chiude il 25 gennaio 2025 con il nuovo allestimento di Gennareniello, diretto e interpretato da Lino Musella, con Tonino Taiuti, prodotto dal Teatro Stabile di Napoli e significativamente in cartellone al Teatro San Ferdinando, la sala che Eduardo ha ricostruito dopo la guerra e donato alla città.

“Eduardo non è stato solamente un grandissimo artista, un autore, un drammaturgo, ma un profondo interprete dell’anima di questa città, delle sue contraddizioni, dei suoi grandissimi valori, delle sue speranze, anche delle sue amarezze”. Lo ha detto il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi a margine della presentazione del libro Tavola, tavola, chiodo, chiodo, di Lino Musella, che sarà in omaggio oggi in Campania con Repubblica, nel 40° anniversario della morte di De Filippo. “La lettura della sua opera – ha aggiunto Manfredi – è sempre attuale, perché ci dà una strada per poter interpretare il presente. Questa commemorazione, a cui il Comune ha dato un grande sostegno anche con altre manifestazioni che avverranno domani, è l’occasione per ricordare Eduardo ma anche per riflettere sulla nostra città”. Come oggi De Filippo guarderebbe la sua Napoli? “Sicuramente col disincanto con cui bisogna sempre guardare un po’ la nostra città, evitando di essere travolti dal pessimismo o accecati da un eccessivo ottimismo, ma guardandola con amore, con concretezza, e anche con speranza. Oggi penso che lui direbbe ai nostri ragazzi non solo di restare, perché adesso è anche il momento di tornare e di costruire il proprio futuro nella nostra bellissima città”. 

Aggiornato il 31 ottobre 2024 alle ore 18:25