Visioni. Festa di Roma, De Angelis: “Vi racconto il mio amore per Lidia Poët”

La legge di Lidia Poët è la produzione italiana più popolare a livello globale su Netflix. Lo certifica direttamente la piattaforma. Il 30 ottobre torna la seconda stagione della serie tivù ispirata alla prima donna italiana entrata nell’Ordine degli avvocati. Il debutto del progetto televisivo avviene all’interno di Alice nella città nell’ambito della Festa del cinema di Roma. La protagonista assoluta è Matilde De Angelis, in un cast che comprende Eduardo Scarpetta, Pier Luigi Pasino, Sara Lazzaro, Sinéad Thornhill, Dario Aita e Gianmarco Saurino. La regia è firmata da Matteo Rovere (anche produttore con Groenlandia) stavolta affiancato da Letizia Lamartire e Pippo Mezzapesa. La serie, creata da Guido Iuculano e Davide Orsini, pur mantenendo l’ambientazione d’epoca, attraverso una rilettura moderna affronta temi sempre attuali come l’emancipazione e i diritti delle donne. In questa stagione, la protagonista lotta per il suffragio femminile.

“Tornare a interpretare Lidia – spiega De Angelis – è stato bello. Come ritrovare in una famiglia che si è allargata. Ci siamo divertiti ancora di più. La prima stagione richiedeva lo sforzo di trovare il tono, tra l’ironia e il crime e in più unendo messaggi politici che vanno trattati con la serietà e il rispetto e che si meritano. Nella seconda siamo più padroni della scena. Ogni volta mi rinnamoro di Lidia, spero vedrete che ci siamo divertiti ancora di più”. Rispetto agli argomenti trattati dal racconto “ci muoviamo ancora in una società pregna di maschilismo, patriarcato, misoginia in tutti gli ambiti. Però sicuramente oggi c’è un’attenzione diversa su questi temi e penso che anche con una serie come Lidia Poët riusciamo con ironia, con leggerezza, alle volte non troppa leggerezza, a sottolineare dei nodi che sono purtroppo ancora molto attuali”. In questa seconda stagione, “Lidia cresce, i suoi problemi si complicano – sottolinea Rovere – è un’eroina che ha nell’intelligenza il suo superpotere, un percorso che continua e questo ci ha entusiasmato”.

Il regista e produttore è rimasto sorpreso dal grande riscontro internazionale della serie: “Sono risultati che mi hanno reso molto fiero. Sicuramente sono frutto sia del lavoro di Netflix, che degli autori, di tutti quelli che ci hanno lavorato, della capacità di mettersi al servizio del divertimento dello spettatore con una profondità che penso possa essere compresa anche da diverse culture”. Sara Polese, Content Manager Series di Netflix spiega il fine della piattaforma: “Il nostro primo obiettivo è creare contenuti per il pubblico locale ma essendo una piattaforma globale, sappiamo che i nostri prodotti hanno una visibilità globale. Per Lidia Poët non ci aspettavamo questa accoglienza ma sapevamo come avesse i numeri a livello di storie, di linguaggio e di codici visivi, per essere compresa e apprezzata anche a livello internazionale. Rappresenta quello che ci piace fare, dei contenuti con radici fortissime nelle storie italiane, allontanandoci dagli stereotipi, che poi possano essere apprezzate anche all’estero”.

Aggiornato il 25 ottobre 2024 alle ore 18:14