La tragedia di Shakespeare e la sublime interpretazione operistica di Verdi: il genio creativo di due maestri a confronto, uniti dal fascino oscuro della brama di potere.
William Shakespeare compose Macbeth nel 1606, in un periodo turbolento della storia inglese, in cui complotti e intrighi a corte erano all’ordine del giorno. Ambientata nella Scozia medievale, l’opera ruota attorno a Macbeth, valoroso generale che, spinto dall’ambizione e da un oscuro presagio, si lascia travolgere dalla brama di potere fino a commettere crimini terribili. L’opera si apre con le enigmatiche streghe, figure simboliche che predicono il destino di Macbeth, annunciando la sua ascesa al trono.
Da quel momento, il protagonista, insieme alla spietata Lady Macbeth, inizia una discesa vertiginosa verso la distruzione morale e fisica, in un crescendo di violenza e colpa. Il tema centrale dell’opera è proprio l’ineluttabilità del destino, che si intreccia in modo indissolubile con il libero arbitrio dei personaggi. L’ambizione sfrenata di Macbeth lo spinge a sovvertire l’ordine naturale, ma la sua colpa lo porta a una spirale di follia e disperazione.
Shakespeare, con la sua consueta maestria, scandaglia i recessi più oscuri della psiche umana, esplorando le conseguenze devastanti del potere quando questo viene ottenuto attraverso il crimine. Macbeth è dunque una riflessione sul male insito nella natura umana e sull’inevitabilità della punizione, elementi che rendono quest’opera di una profondità senza tempo.
Giuseppe Verdi, maestro del dramma musicale, trasse ispirazione dalla tragedia di Shakespeare per creare una delle sue opere più intense e suggestive. La prima di Macbeth ebbe luogo nel 1847, con un successivo rifacimento nel 1865 che perfezionò ulteriormente l’opera. Verdi era profondamente affascinato dalla dimensione psicologica dei personaggi shakespeariani, e ciò si riflette nella sua capacità di tradurre in musica le tensioni emotive e morali del dramma.
In Macbeth, Verdi conferisce alla figura di Lady Macbeth un ruolo di primissimo piano, creando per lei alcune delle pagine musicali più memorabili. Il celebre Vieni! T’affretta! incarna la determinazione feroce di Lady Macbeth, mentre l’aria Una macchia è qui tuttora! rivela la sua discesa nella follia e nel rimorso. Attraverso la musica, Verdi accentua il carattere tragico dei personaggi e la loro incapacità di sfuggire al destino.
Anche la partitura orchestrale è densa di simbolismo: i suoni cupi e minacciosi dell’ouverture richiamano le atmosfere tenebrose della Scozia medievale, mentre il coro delle streghe, con i suoi ritmi frenetici, evoca l’inquietudine e la predestinazione che incombe su Macbeth. Verdi, pur rispettando la trama originale, porta l’opera a un livello di espressione emotiva e psicologica che amplifica la potenza drammatica della tragedia shakespeariana.
Se volessimo trovare un parallelo visivo alle atmosfere cupe e tormentate di Macbeth, uno degli artisti più adatti a rappresentare la tragedia sarebbe Francisco Goya. Il pittore spagnolo, con la sua serie di Pitture Nere (Pinturas Negras), riesce a catturare in modo straordinario l’angoscia e la follia che permeano l’opera di Shakespeare.
Le Pitture Nere sono una serie di affreschi che Goya dipinse direttamente sulle pareti della sua casa, chiamata Quinta del Sordo, negli ultimi anni della sua vita. Tra queste, il dipinto Saturno che divora i suoi figli è particolarmente evocativo del Macbeth verdiano e shakespeariano. Saturno, divinità titanica che mangia i propri figli per evitare di essere spodestato, è una rappresentazione viscerale della brama di potere e della paura di perdere il controllo, temi centrali nella figura di Macbeth.
Il volto stravolto di Saturno, con gli occhi sgranati e le mani insanguinate, riflette la stessa perdita di umanità che avviene nel protagonista della tragedia. Come Macbeth, anche Saturno è preda delle sue paure e, nel tentativo di sottrarsi al destino, si condanna a una fine ancor più tragica. La forza drammatica di Goya sta nella capacità di catturare non solo la violenza fisica, ma soprattutto quella psicologica, proprio come Verdi fa nella sua opera.
L’incontro tra la tragedia di Shakespeare, la musica di Verdi e l’arte di Goya ci mostra come il mito di Macbeth attraversi i secoli, trovando espressioni diverse ma sempre potenti. La storia di Macbeth è una riflessione universale sull’ambizione, la colpa e il destino, temi che toccano corde profonde della condizione umana. In questa straordinaria fusione di arti – letteratura, musica e pittura – vediamo come i grandi maestri, ognuno con il proprio linguaggio, riescano a esplorare i recessi dell’animo umano, offrendo al pubblico opere che parlano del passato, ma che restano attuali e necessarie ancora oggi.
Aggiornato il 17 ottobre 2024 alle ore 09:37