Storie di violenze subite da donne

Si e svolto nei giorni scorsi presso la Sala del Carroccio al Campidoglio la presentazione del libro Il sangue delle donne. Tragedie senza fine (Vallecchi Firenze), organizzato dal Corecom Lazio. Presenti, oltre gli autori Valerio De Gioia e Adriana Pannitteri, molti personaggi che, per storia e impegno, su queste tematiche hanno sempre dimostrato una forte sensibilità civile. Il libro è una raccolta di storie di violenze subite da donne in vari contesti famigliari e sociali e mette in luce, il ritardo culturale delle istituzioni non tanto oggi nel legiferare, ma nel rendere quelle leggi patrimonio culturale dei funzionari, delle istituzioni pubbliche e della società tutta. Gli intervenuti hanno affrontato la tematica della violenza sulle donne sotto gli aspetti sociali, giurisprudenziali, e psicologici cercando di comprendere quale lucida follia compare in coloro che commettono un femminicidio. Certamente l’educazione famigliare ha grandi responsabilità, nel far comprendere ai figli maschi, ma il ragionamento vale per tutti i figli, la cultura del rispetto, sì, rispetto per l’unicità dell’essere umano, rispetto per la diversità di ogni essere umano. Il rispetto lo si deve dare e lo si deve ricevere perché esso esiste solo in una modalità reciproca.

Il dibattito ha messo a fuoco un altro aspetto fondamentale che i sentimenti, possiamo definirli in nobili e non, appartengono all’essere umano e dunque non sono eliminabili: amore e odio, rabbia e serenità, invidia e frustrazione, egoismo e altruismo, questo per chiarire che siamo tutti portatori sani di questi sentimenti, la diversità sta nell’educazione, sia famigliare, culturale che sociale. Educare a gestire la rabbia, perché la rabbia non è eliminabile, educare a saper gestire sentimenti di odio per aver subito a torto o a ragione: una delusione, un affronto, un rifiuto, perché esso non è eliminabile, educare a saper gestire un’invidia perché qualcuno è stato più bravo di noi, come fare? Credendo in sé, puntando sull’autostima, sapendo che siamo diversi e che possiamo farcela anche noi: se un nostro amico c’è l’ha fatta, è un esempio di possibilità e non di impotenza, un rifiuto non è la fine del mondo anzi è un’opportunità per comprendere dei nostri limiti. Dobbiamo maturare e far maturare la consapevolezza che siamo unici e abbiamo le nostre doti che dobbiamo solo saper ascoltare per scoprirle.

(*) Il sangue delle donne. Tragedie senza fine di Valerio De Gioia e Adriana Pannitteri, Vallecchi Firenze 2024, 292 pagine, 18 euro

Aggiornato il 30 settembre 2024 alle ore 16:49