Macalda (o Machalda) di Scaletta è una nobildonna siciliana dal carattere vulcanico e dai comportamenti anticonformisti per gli anni intorno alla fine del 1200. Viene da umili origini. Il padre è un custode del castello demaniale di Scaletta. La leggenda narra che costui trova un tesoro seppellito. Acquista il castello, lo ristruttura e diventa un personaggio importante.
Il frutto di ricerche effettuate da cultori di storia generale come Steven Runciman con il suo libro I vespri siciliani e lo storico degli scacchi Don Pietro Carrera (Militello in Val di Noto, 12 luglio 1573 – Messina, 18 settembre 1647) certificano l’abilità della vulcanica baronessa nel gioco degli scacchi. Don Carrera a pagina 216-217 del suo libro II gioco de gli scacchi così scrive: “Il gioco de gli scacchi … fu praticato in Sicilia anche dalle donne, come è attestato dal famoso episodio di Macalda, l’ambiziosa e intrigante moglie di quell’Alaimo da Lentini che fu uno dei principali protagonisti dei Vespri siciliani, che durante la sua prigionia nel castello di Matagrifone di Messina, giocava a scacchi con l’emiro Margan Ibn Sebir, anch’egli prigioniero di re Pietro III d’Aragona.”
Il tempo scorre lento. L’emiro insegna a Macalda il gioco degli scacchi. Lei impara rapidamente diventando così la prima donna giocatrice di scacchi. Dunque, è possibile datare in maniera certa le partite a scacchi tra Macalda Scaletta e Margan Ibn Sebir, tra il 1284 e il 1289.
Secondo gli storici, il periodo della detenzione inizia nello stesso anno della partenza del consorte Alaimo da Lentini, generale italiano, conte di Buccheri, signore di Butera, Palazzolo nonché partecipante alla congiura dei Vespri siciliani. Approfittando della partenza del marito avvenuta il 19 novembre 1284, lei viene imprigionata a Messina nel carcere di Matagrifone, ricordato anche come Roccaguelfonia. Muore in carcere e viene privata di tutti i suoi beni. Il marito Alaimo viene costretto dentro un sacco e affogato in mare legato ad una pietra.
Macalda divenne padrona di un gioco che aveva regole diverse, soprattutto per il ruolo della Regina che aveva un limitato raggio d’azione e non era ancora definita tale. Verso la fine del XV secolo cambiano le regole e la donna diventa il pezzo più potente degli scacchi con una capacità di movimento combinando le prerogative dell’alfiere e della torre. Nella scacchiera, la donna era avvicinata al Re e lentamente diventò la Regina che può colpire chiunque in qualsiasi punto della scacchiera. Questo mutamento della estensione operativa della regina fu forse ispirato dalle figure di Eleonora d’Aquitania, di Bianca di Castiglia e in gran parte di Isabella I di Castiglia.
Dopo Macalda, ci saranno altre rare donne la cui presenza non è mai ufficiale. Il Campionato del Mondo Femminile di Scacchi organizzato dalla Fide nel 1927 certifica pubblicamente la presenza qualificata delle donne. La competizione riguarda il gioco acquisisce una veste nuova con la regola della regina dalle illimitate capacità di movimento. In quell’occasione la prima campionessa mondiale di scacchi Vera Menchik che nasce a Mosca da padre Ceko e da madre inglese. Ma questa è un’altra storia che merita un proprio racconto.
Aggiornato il 24 settembre 2024 alle ore 13:56