La biblioteca scomparsa di Luciano Canfora

Quest’anno è apparsa una bella riedizione de “La biblioteca scomparsa”, di Luciano Canfora edita per la prima volta da Sellerio nel 1982.

La veste grafica attuale è elegante. Il contenuto è interessante per due motivi. Il primo perché è il racconto del rogo e della scomparsa di oltre 700mila incunaboli. Un danno che ha rallentato di qualche secolo l’evoluzione della civiltà mediterranea e del mondo.

Il secondo, perché il volumetto si inserisce a buon titolo nella vasta letteratura di libri che parlano di libri. Esempi sono a “La nona porta” di Perez Reverte, buona parte dell’immortale opera di Borges per giungere a Bataille, il dimenticato genio in servizio presso la Biblioteca Nazionale di Francia, le acrobazie linguistiche e narrative del libro “Centuria” di Giorgio Manganelli, salvato dall’oblio da Adelphi, il delizioso “Storia di una ladra di libri”.

Libri considerati un mezzo di salvezza personale e infine “Il nome della rosa” di Umberto Eco che racconta la drammatica fine della Biblioteca del monastero con un incendio devastante.

La cronaca della biblioteca di Alessandria si legge come un giallo ma anche come il ricordo di una sapienza perduta a causa della infinita stupidità e della ferocia umana. L’autore riesce a raccontare in poche pagine la complessa tessitura di eventi e di protagonisti che hanno contribuito ad allargare il numero dei testi raccolti. Racconta il grande lavoro di traduzione e di interpretazione, i molti commentarii curati da decine di pensatori accorsi da ogni dove verso la ricchissima città di Alessandria.

Come è accaduto in altri eventi storici, la biblioteca si disperde. 

Luciano Canfora riesce a intarsiare una marea di storie che si intrecciano dietro le quinte di fatti storici più noti. Il libro è un arazzo che narra la fine di una istituzione conosciuta dai viaggiatori in cerca di libri rari e di conoscenza mentre imperi e civiltà si incontrano e si scontrano.

Potremo sempre favoleggiare sulle numerose storie, resoconti, pensieri che avremmo potuto leggere nei libri se non fossero stati incendiati. 

Potremo immaginare la successione di regnanti che inseguono rotoli preziosi poi copiati e inviati in tutto il mondo conosciuto da studiosi che sono le fondamenta della cultura occidentale ed orientale. 

Alla fine del racconto l’autore riporta la biografia delle menti più eccelse del mondo antico coinvolte nella intricata storia e nella scomparsa della Biblioteca più grande del tempo.

Non a caso Luciano Canfora parla di Biblioteca “scomparsa” e non di Biblioteca incendiata perché lunghe ed accurate ricerche non danno per certo l’incendio avvenuto, forse parzialmente. Più probabilmente si trattò di una lunga sequenza di saccheggi culminati molto tempo dopo con la eliminazione definitiva dei testi non conformi alla dottrina islamica per orine del sultano.

La miseria umana e il cieco fanatismo esistono anche nella vita dei libri e anche il Mistero.

(*) Luciano Canfora, La biblioteca scomparsa, Sellerio, 2024, pagine 216, 10 euro.

Aggiornato il 28 agosto 2024 alle ore 14:00