Se n’è andato Roberto Herlitzka. La sua è stata una lunga carriera teatrale, intervallata da memorabili incursioni nel cinema d’autore. Il grande interprete è morto a Roma all’età di 86 anni. Da qualche mese aveva perso l’adorata moglie Chiara e si era lasciato andare. I funerali si terranno a Roma nella chiesa di San Saturnino venerdì alle 10.30. Vince il David di Donatello per Buongiorno, notte (2003) di Marco Bellocchio. Il maestro del cinema lo dirige altre quattro volte: Il sogno della farfalla (1994), Bella addormentata (2012), Sangue del mio sangue (2015), Fai bei sogni (2016). Ma è il teatro la vita di Herlitzka, diretto tra gli altri, da Luca Ronconi e Orazio Costa. Herlitzka nasce a Torino il 2 ottobre 1937 da una famiglia di origini cecoslovacche. Dopo essersi diplomato all’Accademia d’arte drammatica Silvio D’Amico si forma artisticamente alla scuola di Orazio Costa. Il nome di Roberto Herlitzka richiama il teatro dei grandi classici, da William Shakespeare e Molière a Anton Čechov e Jean Genet. Come interprete ma anche come regista: uno dei suoi cavalli di battaglia è Ex Amleto, personale riscrittura del capolavoro shakespeariano. A teatro è stato diretto anche da Antonio Calenda, Gabriele Lavia, Luigi Squarzina. Il cinema arriva negli anni Settanta, con Lina Wertmuller che lo vuole in una serie di film come Film d’amore e d’anarchia (1973) e Scherzo del destino (1983) e anche in lavori teatrali.
Nell’epoca gloriosa degli sceneggiati Rai, il talentuoso Herlitzka è tra i protagonisti di molti lavori, tra cui La Certosa di Parma (1982) di Mauro Bolognini, accanto ad Andrea Occhipinti, Lucia Bosé, Ottavia Piccolo e Laura Betti e Marcellino (1991) di Luigi Comencini. Ma in tivù recita anche in ruoli comici. L’esempio è rappresentato da Boris (2007), la satira della serialità televisiva, di cui è guest star. Il suo talento e anche il suo carisma attirano grandi registi: tra teatro e cinema una carriera da gigante. Oci ciornie (1987) di Nikita Mikhalkov, accanto a Marcello Mastroianni; Gli occhiali d’oro (1987) di Giuliano Montaldo; In nome del popolo sovrano di Luigi Magni, accanto ad Alberto Sordi. Ma il ruolo che lo segna per sempre è quello indimenticabile di Aldo Moro, in Buongiorno notte. Quell’anno vince il Nastro d’argento come miglior attore protagonista e il David di Donatello come miglior attore non protagonista. Premio Vittorio Gassman nel 2012 per Il rosso e il blu di Giuseppe Piccioni e l’anno dopo, per Paolo Sorrentino, nel film Premio Oscar La grande bellezza (2013), in cui dà il volto al cardinale ossessionato dalla cucina. Dal regista è stato diretto anche in Loro (2018), che racconta gli anni del tramonto del berlusconismo. L’ultima interpretazione (seppure sotto forma di voce narrante) di Roberto Herlitzka risale a due anni fa: Leonora addio di Paolo Taviani (un altro grande maestro). Il film è un adattamento della novella Il chiodo di Luigi Pirandello. Un testamento cinematografico malinconico e ricco d’ironia.
Aggiornato il 31 luglio 2024 alle ore 17:43