A mio figlio Paolo. Dialoghi d’amore di Franco Colandrea (Guido Miano Editore) è un libro pubblicato nella collana “Alcyone 2000”. Il testo esplora profondamente il dolore e l’amore di un padre per il figlio scomparso. Con una prefazione dello studioso Floriano Romboli, questo libro rappresenta un viaggio emozionante e terapeutico attraverso la perdita, la memoria e la speranza. Colandrea affronta il tema del lutto con una sincerità disarmante, descrivendo il dolore insuperabile e la deprivazione affettiva che derivano dalla morte di un figlio. Il libro si apre con un paragone toccante alla Consolatio ad Marciam di Seneca, sottolineando come il dolore di un genitore per la perdita di un figlio sia eterno e inalterabile. “Franco Colandrea – scrive Romboli – nell’intento di definire la propria condizione etico-sentimentale, si affida alla rappresentazione accorata dell’analoga situazione psicologica di una signora senz’anima, tramite la felice soluzione narrativa della corrispondenza speculare, dell’individuazione di una microstoria entro la storia principale, secondo lo schema inventivo che i critici chiamano mise en abîme”. Colandrea ricorda: “Ogni pomeriggio giravi con la bicicletta e una signora molto magra ti salutava sempre, il suo volto era molto scavato dalla disperazione. Un giorno mi domandasti cosa avesse quella donna e perché fosse sempre triste, ti risposi che aveva perso il suo unico figlio per un incidente stradale. Mi abbracciasti ed esclamasti: Povera donna, papà! Ora sono io che cammino nella stessa piazza”.
Come rimarca Romboli, “l’episodio appena menzionato costituisce un interessante momento di svolta nell’organizzazione strutturale-compositiva del racconto, ne precisa l’equilibrio formale e stilistico. La parte iniziale del testo, che lo comprende, è caratterizzata infatti dall’essenzialità e dalla nettezza del discorso, dominato da una simmetria basata sulle frequenti cadenze iterative e come bloccato da scoperte preoccupazioni cronistiche connesse all’obiettività di un accadimento tragico e ineluttabile, che ha imposto uno stato sconvolgente di mancanza, di sottrazione e quindi di autentica amputazione spirituale. Sottolinea Colandrea: “Ti ho voluto in vita con la forza della vita. Mi hai fatto vivere con quella magica forza della vita. Ti ho cresciuto con la potente forza dell’amore. Ci siamo tenuti in vita e siamo cresciuti insieme con la forza dell’amore e della vita. Appena viene a mancare la forza della vita, anche quella dell’amore lentamente passa nel buio dell’orizzonte”. Franco Colandrea, nasce a Vallecorsa (Frosinone), vive a Monfalcone (Gorizia). Ha svolto il lavoro di Finanziere nelle Fiamme Gialle e poi dipendente pubblico alla Regione Friuli Venezia-Giulia. La sua vita è cambiata dopo la dipartita prematura del figlio Paolo. Oggi ha quattro lauree e si occupa di Naturopatia. Ha pubblicato i volumi: Le parole che ti ho detto e non ti ho detto in vita (2005), Dialogo inconscio da dimensioni diverse tra figlio e padre (2006), Dialoghi onirici tra padre e figlio - Paolo l’Immortale (2006), Senza Dio sono niente (2018), Rinascere a nuova vita dopo aver subito un dolore impossibile (2023).
(*) A mio figlio Paolo. Dialoghi d’amore di Franco Colandrea, prefazione di Floriano Romboli, Guido Miano Editore 2024, 80 pagine, 15 euro
Aggiornato il 29 luglio 2024 alle ore 16:58