Il “Palio alla lunga” nasce nel 1239. Dura fino al 1599. Dal suo inizio è una festa di popolo che coinvolge tutta la città a ogni livello sociale. L’evento continua ad essere organizzato ogni anno ma dopo un periodo di decadenza viene definitivamente abolito nel 1874. È la festa nazionale della Repubblica senese. Il giorno scelto è il 15 di agosto giorno dell’Assunta. L’evento viene chiamato “Palio alla lunga” perché percorre le strade di una parte della città. L’ultimo arrivato riceve un maiale come scherno che deve accettare senza condizioni.
I cavalli di grande prestigio e di appartenenza di famiglie nobiliari più potenti del tempo erano chiamati “barberi” o berberi. Erano cavalcati da fantini, definiti “ragatii”, che partecipavano a diverse corse degli Stati dell’Italia centro settentrionale. Al vincitore veniva consegnato il Palio, un drappo detto “pallium”. Il nome prende origine dalla tradizione dell’Impero romano. Era inizialmente un drappo di lana che rappresentava una pecora da portare sulle spalle come simbolo pastorale e di appartenenza. Il Palio, popolarmente detto “cencio”, è di tessuto prezioso e decorato nei modi più differenti.
Nella seconda metà del XVI secolo, le contrade senesi si sfidano con una serie di corse che si svolgono all’interno dei “rioni” nella data delle festività religiosa. La contrada vincitrice riceve il Palio dopo una corsa effettuata nelle strade della contrada ospitante. Le contrade continuano ad organizzare il Palio alla lunga per le strade del proprio rione a partire dal 1581. La contrada dell’Aquila organizza una sfida con sette contrade e conclusa con la vittoria dell’Onda. In quella occasione, la pastorella di sedici anni Virginia Tacci (in alcune cronache aveva 14 anni) è la prima donna a correre per il Palio di Siena con i colori della contrada del Drago. Si colloca al terzo posto. Le cronache raccontano che ricevette in dono dal Governatore della città un cavallo. In aggiunta al Drago le contrade partecipanti furono Onda, Torre, Giraffa, Valdimontone, Oca e Lupa.
Il sito storico senese (www.ilpalio.org) riporta una lettera del governatore del Drago, il conte Montauto, che qui riproduciamo per la sua schiettezza e originalità: “Tra le cose più ridicole e meravigliose che si vedono, è che una villanella d’anni 14 incirca ha da far correre un bàrbaro: e vi sta sopra con tanta sicurtà e leggiadrìa che è cosa da non credere. Né mai cavalca che non abbia seco un numero infinito di persone, così ben si accomoda a quell’atto del cavalcare; tanto che pare che l’altre donne gli portino invidia e che alcune disegnino d’apprendere quell’arte, vedendo che il cavalcare bene è buon mezzo per acquistarsi la grazia degli homini. Ha cominciato questa giovinetta a esercitarsi nel corso: e l’altro giorno, perché il cavallo sboccato dando a traverso saltò certe travi non senza manifesto pericolo di rompersi il collo ella non si smarrì punto, né fece segno di cadere, ma con molta arte e destrezza lo corresse e ritenne. A tale che a molti diede meraviglia e da credere qualcosa della Cuccagna, poiché le donne cominciano a fare, li esercizi degli uomini”.
Aggiungo una sapiente e divertente informazione di un dottissimo senese: “Il Palio della Tacci fu organizzato dall’Aquila, anche se non fu la contrada che la fece correre, ma fu proprio l’Aquila a far correre Rompicollo nel ’57… che ahimè cadde. Chi vola ha fatto volare queste pulzelle”.
Nel 1605 le contrade organizzano la prima corsa in Piazza del Campo in onore del neoeletto Papa Paolo V della potentissima famiglia Borghese. La Balia fa partecipare alla “bufalata” le contrade Chiocciola, Lupa, Torre e Bruco che vince la corsa. La gara dentro la piazza è subito un successo e si ripete fino al 1650. La corsa è allestita con bufale coperte dal drappo della contrada di appartenenza e cavalcate da un buttero. La bufala è sollecitata da pungolatori che spesso finiscono per scontrarsi con quelli delle contrade concorrenti. A fine evento, oltre al Palio, viene assegnato un premio alla contrada che ha la comparsa più elegante. Viene consegnato un bacile di argento finemente lavorato chiamato Masgalano. Il nome è di origine spagnola. Racchiude le due parole di mas (più) e “galante” (elegante).
Questi brevissimi accenni alla storia del Palio non sono esaustivi, ma consentono di inquadrare sinteticamente il momento storico e sociale in cui il Palio nasce, si sviluppa e muta la propria morfologia simbolica e strutturale. La mutazione arriva con la peste del 1633 che blocca le comunicazioni a scopo precauzionale sanitario fra le città. L’isolamento impedisce l’invio dei barberi. La Balia di Siena decide di far correre a cinque contrade il “Palio alla tonda” in Piazza del Campo il 15 di agosto. Vengono usati i cavalli al posto delle bufale. La contrada vincitrice – la Tartuca – riceve il drappo. Per il popolo senese, questo è considerato il primo vero Palio realizzato in Piazza del Campo con i cavalli. Successivamente, la ricorrenza si tiene a cadenza irregolare.
Dopo il 1653, il palio viene indetto il 2 luglio di ogni anno (ieri il tradizionale Palio in onore della Madonna di Provenzano non si è disputato a causa della pioggia ed è stato rimandato ad oggi, ndr). La stessa data celebra anche il miracolo della Madonna di Provenzano per la quale viene costruita una chiesa con il suo nome. Nello stesso anno viene stabilito che è il cavallo a vincere e non il fantino. Nel corso del tempo, la città decide di far correre un Palio il 15 di agosto. Il primo Palio dell’Assunta viene però celebrato il 16 perché il 15 c’è ancora il Palio alla lunga. Il primo Palio d’agosto viene vinto dalla contrada della Chiocciola.
Aver fatto cenno al mutamento della sfida da Palio alla lunga a Palio alla rotonda che è arrivato ai giorni nostri determina anche la storia. L’Albo delle vittorie del Palio di Siena conservato presso l’Archivio storico della città elenca i vincitori del Palio in Piazza del Campo. Le contrade sono diciassette.
Questo aspetto formale non deve far dimenticare che la prima donna a correre un palio, poi riformato ma pur sempre testimonianza della vita della Repubblica senese, è stata Virginia Tacci, giovane fantina, prima donna della storia che ha partecipato come fantina alla corsa. Il Palio del 1957 vede la partecipazione della fantina Rosanna Bonelli, detta diavola o rompicollo. Una parte dei cittadini ritiene che sia lei ad essere la vera prima partecipante della corsa riformata nel 1633. Tuttavia, la vittoria di Virginia è da sempre nel cuore degli storici della città e degli studiosi di tutto il mondo. La disputa appassionata sul primato femminile fa parte della complessa ed affascinante storia di una città i cui appartenenti si sono passati di mano in mano una leggenda che continua ad entusiasmare e ad affascinare.
Aggiornato il 03 luglio 2024 alle ore 10:50