Nato a Canicattì, proprio come il giudice Rosario Livatino, in provincia di Agrigento, il 22 giugno 1988, si qualifica al corso per attori di prosa presso lo “Stabile Nisseno” di Caltanissetta, impara il metodo Stanislavskij-Strasberg. Partecipa ad alcuni stage, tra cui quello intensivo sulla recitazione chiamato “La formula” diretto dall’attore italo-inglese Vincent Riotta. Nel 2015 arriva il suo primo film da protagonista dal titolo “Un Santo senza parole” con la regia di Tony Gangitano. Seguono varie partecipazioni a film per il cinema e la televisione, affinando sempre più le tecniche e la cultura cinematografiche. Dopo tanti anni di ricerche, letture ed esperienze, nasce in lui il desiderio di iniziare a mettere insieme racconti, emozioni, aneddoti e testimonianze su Rosario Livatino, magistrato ucciso dalla mafia nel 1990.
Il libro, di natura dunque autobiografica, narra del “viaggio” personale dell’attore Angelo Maria Sferrazza dal momento in cui ha sentito parlare per la prima volta del suo concittadino durante una lezione a scuola, fino al concepimento del cortometraggio “Il Giovane Giudice” (2019), da lui diretto e interpretato.
Come rivelato nella prefazione firmata da Gianluca Guerrisi e Fausto Zilli, rispettivamente presidente e vicepresidente nazionale Associazione Argos Forze di Polizia (Roma), “raccontare Rosario Livatino, il ragazzo con la toga, il giudice ragazzino, come lo definì l’allora Presidente della Repubblica Cossiga, è stato per Angelo un vero e proprio bisogno. Esternare le proprie idee, quello che sentiva dentro e che lo liberasse da quella che era diventata una ossessione”.
Chi scrive, insieme a Daniele Marasco, ha curato l’opera strutturando le parti affinché sia di semplice lettura e pensando ad ogni aspetto editoriale, sino alla revisione finale.
Attraversando il percorso conoscitivo personale e spirituale del primo magistrato beato della storia della Chiesa Cattolica, l’autore racconta in che modo egli è entrato spiritualmente in relazione con lui: “Ho letto libri, sono andato a parlare con persone che avevano conosciuto Rosario; ho analizzato le registrazioni audio delle udienze e dei processi Livatino ter, nonché le sentenze delle Corti collaborando con Simona Schembri, che ha redatto la sua tesi di Laurea magistrale in Media, comunicazione digitale e giornalismo dal titolo: Con i giovani contro le mafie. Un percorso di ricerca intervento dalle sentenze allo schermo televisivo, di cui più avanti vi mostrerò degli estratti. Mi sono sempre messo in gioco interpretando tanti personaggi, anche molto diversi tra loro: dalla guardia penitenziaria al cocchiere, dal ricercatore scientifico al figlio di un boss. Ma quello che mi è rimasto nel cuore, e che credo ci rimarrà per sempre, è stato quello del mio concittadino Rosario Livatino. Anche se ho lasciato fisicamente la mia amata terra, con tutti i suoi problemi, non ho mai abbandonato quel senso di appartenenza che mi lega ad essa e al territorio, sentimento che mi accomuna a persone illustri, come lo stesso Pirandello e Andrea Camilleri che, nonostante abbiano vissuto molti anni della loro vita a Roma, non hanno mai smesso di raccontare la Sicilia in questo rapporto contrastato di amore e odio”.
Impreziosiscono il testo, la descrizione di Rosario Livatino raccontato da persone che lo hanno conosciuto: come il signor Terrana, migliore amico del padre del giudice e custode dell’automobile di Rosario Livatino, utilizzata anche durante le riprese del cortometraggio “Il Giovane Giudice”; la signora Giuseppina, governante e proprietaria di casa Livatino, divenuta Casa Museo, al cui interno sono state girate alcune scene del cortometraggio proprio dove il giudice viveva con i suoi genitori; i cugini Vincenzo e Salvatore, con i loro dolcissimi ricordi da giovanissimi.
“Parlare con i suoi parenti è stato illuminante e in un certo senso mi ha fatto sentire ancor di più la sua vicinanza”, afferma l’autore, che durante la lettura ci rivela come si siano susseguiti segni e coincidenze decisamente non casuali nel corso di questi anni.
Illuminante il breve saggio di Toni Trupia Il cuore rivelato: come il Cinema ha raccontato Rosario Livatino, emozionante la Poesia dedicata a Livatino di Padre V. La Mendola e molte altre parti che non vorrei rivelare. Un’opera di ampio respiro ma semplice e scorrevole nella lettura, consigliata per farsi un’idea o per approfondire una figura esemplare di Giustizia e Fede che possa essere da esempio per molti.
Aggiornato il 25 giugno 2024 alle ore 15:26