Arriva oggi in tutte le librerie il nuovo libro di Nicola Porro: La grande bugia verde. Gli scienziati smontano, con dati reali, i dogmi dell’allarmismo climatico. Un testo che invita il lettore ad esercitare il proprio spirito critico e a diffidare di chi dispensa verità assolute, soprattutto su un tema “caldo” e controverso come quello che domina il dibattito pubblico del momento – il cambiamento climatico generato dall’uomo – e che condiziona la nostra vita economica, sociale e personale.
“Il climatismo è un virus ideologico che contagia destra e sinistra” avverte l’autore, ma “i critici delle ragioni antropiche del riscaldamento climatico e gli scettici sull’imminente fine del mondo sono numerosi”.
Porro ha voluto perciò raccogliere qui le ricerche di alcuni autorevoli specialisti (fisici, geologi, climatologi, meteorologi ma anche economisti e ingegneri) mostrando anzitutto che non c’è alcun unanimismo tra gli esperti attorno al cambiamento climatico, soprattutto sul ruolo e sull’influenza dell’uomo in tale processo. “Il 97 per cento della comunità scientifica sarebbe d’accordo nell’affermare che l’uomo ha un impatto catastrofico sul clima. Possiamo dire subito che questa è la menzogna che sta alla base di tutte le altre menzogne. Non c’è alcun 97 per cento di consenso”. Una bufala, mentre le verità sono altre: il riscaldamento è causato da fattori naturali e antropogenici; il riscaldamento è molto più lento di quanto previsto; la politica climatica si basa su modelli inadeguati; la Co₂ è cibo per le piante, la base di tutta la vita sulla Terra, non è un inquinante; i disastri naturali non sono aumentati.
Purtroppo, la questione è ormai passata nelle mani dei media rendendo impossibile combattere, con metodo scientifico, una narrazione che confonde strumentalmente la meteorologia con la climatologia e che si è imposta, da un lato, come una sorta di fede ecologista, e dall’altro come il maggiore interesse economico del nostro tempo: una pseudoscienza usata come mezzo di pressione per perseguire fini politici.
Alla base di idee errate, e oggi ormai molto diffuse, vi è un utilizzo arbitrario e strumentale della scienza da parte della propaganda green, che punta il dito contro l’uomo occidentale e il suo modello di sviluppo, presunti colpevoli del cambiamento climatico. E invece, lo apprendiamo in questo libro, i ghiacci artici non si stanno riducendo; il numero di morti causate dai disastri naturali non è in crescita; i dati non indicano un aumento dei fenomeni meteorologici estremi; le rilevazioni scientifiche non annunciano una qualche catastrofe planetaria nel prossimo futuro. Il clima sta cambiando? Certo, come ha sempre fatto nel corso dei secoli e dei millenni, anche senza l’influenza dell’uomo.
In queste pagine trovano finalmente voce e spazio quegli scienziati e i loro studi troppo spesso silenziati in un confronto a senso unico, che invece di ragionare sui dati pretende un consenso totale che ha a che fare più con i dogmi religiosi che non con la realtà dei fatti.
Aggiornato il 06 giugno 2024 alle ore 12:14