L’atmosfera gelida e la rabbia senza liberazione sono le caratteristiche narrative di Jon Fosse. Lo scrittore e drammaturgo norvegese, Premio Nobel per la letteratura 2023, è un riconosciuto maestro dello spaesamento contemporaneo. Valerio Binasco, il suo principale interprete italiano, da sempre affascinato dalla poesia introspettiva che attraversa ogni suo testo e dalla relazione proustiana che le opere del maestro norvegese tracciano tra passato e presente, ha deciso portare in scena La ragazza sul divano. Una produzione targata Stabile di Torino, che ha registrato il favore del pubblico al Teatro Vascello di Roma e che arriva al Biondo di Palermo (26 aprile-5 maggio) e al e al Mercadante di Napoli (7 - 12 maggio). Lo spettacolo è interpretato, oltre che dall’attore-regista teatrale piemontese, anche da Pamela Villoresi, Michele Di Mauro, Giordana Faggiano, Fabrizio Contri, Giulia Chiaramonte e Isabella Ferrari.
La storia ha il suo fulcro narrativo in una donna di mezza età, intenta a dipingere il ritratto di una ragazza seduta su un divano. Combatte contro i dubbi sulle proprie capacità artistiche e un’immagine ricorrente che la perseguita: una giovane accovacciata sul sofà. Ma la ragazza non è altro che l’istantanea di lei stessa da giovane, turbata da mille incertezze. Binasco, affiancato da un cast di grandi interpreti, affronta qui il modo in cui le ferite psichiche inflitte nell’infanzia non si rimarginano mai del tutto. Il nichilismo è in fondo l’ultimo approdo esistenzialista possibile. La regia echeggia l’ironia di Luigi Pirandello, gli interrogativi e le attese di Samuel Beckett, il senso di minaccia di Harold Pinter. Ma nei personaggi di Fosse è come fosse quasi azzerata ogni scintilla vitale, specie nelle sue donne col loro disperato agire autodistruttivo, mentre gli uomini sono spiazzati da tanto sentire e soffrire.
I personaggi sono dei prototipi. Tanto da essere indicati come maschere: Donna (Pamela Villoresi), Ragazza sul divano (Giordana Faggiano), Uomo (Valerio Binasco), Madre (Isabella Ferrari), Sorella (Giulia Chiaramonte), Zio (Michele Di Mauro), Padre (Fabrizio Contri). In loro il dramma è come fosse oramai dimenticato e sepolto. Resta solo insofferenza per la vita. Sin dalla prima battuta si parla di orrore, poi di paura, in un continuo ribadire di non farcela e disperarsi senza fare assolutamente niente. Quelli portati sulla ribalta da Binasco, sono personaggi annientati dall’esistenza. Il regista traduce Fosse in urla di rabbia e in impotenza. La scena, opera di Nicolas Bovey, è spoglia. Accanto al divano, tra un frigorifero e una lavatrice e un poco più in là il tavolino, siede e ricorda la Donna, mentre alle sue spalle una parete si colora, come dipinta a tratti e colori esasperati e cupi.
Aggiornato il 23 aprile 2024 alle ore 14:30