Per capire quanto accadde con l’uccisione di Giulio Cesare, la fine della Repubblica Romana e la nascita del Principato, è utile la lettura del libro di Giusto Traina, storico e docente dell’Università della Sorbonne, pubblicato dalla casa editrice Laterza e intitolato La prima guerra mondiale della storia. La fine della Repubblica diede vita da un lungo periodo, durato quattordici anni, tra l’assassinio di Giulio Cesare, avvenuto nel 44 a.C. e la vittoria definitiva di Ottaviano su Antonio e Cleopatra.
Dopo la fine della battaglia di Farsalo, Pompeo fu ucciso in Egitto, mentre Cesare concesse la sua clemenza agli ex sostenitori di Pompeo, disponibilità al perdono che costituiva l’aspetto fondamentale della sua politica. Nel 46 Cesare celebrò i suoi trionfi a Roma, visto che aveva riportato innumerevoli vittorie in quattro parti del mondo: Gallia, Africa, Ponto ed Egitto. Per Traina, come emerge dai testi di Cassio Dione, Appiano e Plutarco, prima di essere eliminato, Cesare trionfava al tempo stesso sui nemici interni ed esterni, visto che la guerra civile aveva un carattere multietnico, che lasciava presagire l’inizio di una guerra mondiale. Cesare era stato influenzato dai racconti delle conquiste di Alessandro il Macedone, tanto che visitando il tempio di Ercole e vedendone la statua di Oro, pensando a ciò che il grande condottiero macedone aveva realizzato in termini di conquiste militari, si sentì in colpa e inadeguato.
Nella sua visione, l’Imperium Romanum doveva coincidere con il luoghi conosciuti del mondo intero. Prima di essere ucciso dai congiurati, Cesare stava preparando con una nuova strategia una azione militare nei Balcani e un’altra contro i Parti, i barbari che avevano fondato un impero, da sempre ostile a Roma. Secondo Cicerone, Cleopatra si trovava a Roma il famoso giorno delle Idi di Marzo, quando i cesaricidi commisero il loro delitto. L’itinerario circolare delle imprese militari che Cesare non potette porre in essere, avrebbe riprodotto il disegno di Alessandro Magno, con una variante notevole, visto che le conquiste romane avrebbero dovuto superare quelle dei macedoni.
Per Traina il dittatore doveva essere eliminato non solo perché aspirava alla monarchia di tipo ellenistico, ma perché, secondo i cesaricidi come risulta dalle fonti, voleva dare vita ad un impero il cui centro non sarebbe stato più la città di Roma. Ottavio, figlio adottivo di Cesare, si trovava per motivi di studio ad Apollonia dove stava studiando il greco e la filosofia. Appresa la tragica notizia, Ottavio partì subito per l’Italia, e a Roma trovò uomini eminenti come cavalieri e senatori pronti a seguirlo. Ottavio era mosso dall’intenzione di farsi riconoscere erede di Cesare, non solo per il diritto privato, ma anche sul piano politico. Tuttavia, anche se bisognava vendicare la morte violenta del padre, Ottavio comprese che era necessario neutralizzare i rivali, tra cui Marco Antonio, che ai funerali di Cesare aveva saputo con un abile discorso conquistarsi il consenso della classe dirigente romana. Infatti la scorta armata di Antonio si trovava nei pressi del Senato, ogni qual volta questo veniva convocato e riunito, un modo molto efficace per condizionare le votazioni dei senatori.
Nel libro vi è un ritratto memorabile di Ottavio e Antonio. Il primo prediligeva l’arte retorica basata sullo stile attico e sulla gravitas, mentre quello di Antonio era ridondante e ampolloso, legato alla tendenza della scuola di retorica dell’asianesimo. Vi furono in quegli anni vari tentativi dei conservatori, come Cicerone autore delle Filippiche, volti a restaurare l’ordine repubblicano. A partire dalle Idi di Marzo, Sesto Pompeo, figlio di Pompeo il grande, condizionò gli eventi del Mediterraneo, un fatto che dimostra come la guerra civile non si fosse ancora conclusa. A Roma l’avvenimento decisivo fu il Putsch di Ottaviano, il quale dal Senato ottenne poteri straordinari. Sia Antonio sia Lepido calarono in Italia alla testa di un grande esercito, e a Bologna si formò il Triumvirato, un accordo di potere dalla durata di cinque anni. Non era più un accordo di diritto privato come quello sorto tra Crasso, Pompeo e Cesare. L’unico Triumvirato della storia di Roma era una sorta di magistratura straordinaria creata e costituita il 27 settembre del 43. Il primo atto del governo del Triumvirato fu la diffusione di una lista di proscrizioni contro i cesaricidi e i loro sodali. Cicerone, per volontà di Antonio, venne decapitato e gli mozzarono la mano destra con cui aveva scritto le Filippiche.
Bruto e Cassio, il primo seguace di Platone che ammetteva il tirannicidio, il secondo seguace degli epicurei che avevano una morale flessibile legata alla categoria dell’utile, erano i responsabili politici dell’uccisione di Cesare. Bruto e Cassio, prima di essere uccisi nel corso delle due battaglie di Filippi, chiesero il soccorso ai Parti, i barbari nemici di Roma, fatto che non sorprese i Triumviri. Nel corso della battaglia di Filippi emerse la sagacia tattica di Antonio, degno rappresentate della genialità militare di Cesare. Appiano, storico greco di Alessandria, dopo aver descritto le liste di proscrizione, l’eliminazione dei cesaricidi, le iniziative del Triumvirato in Oriente contro l’impero dei Parti, approda alla conclusione che le guerre civili dei romani avevano provocato l’inizio dei una guerra mondiale. Si assistette in seguito al processo di divinizzazione di Cesare per volontà del Triumvirato che lo proclamò il Divus Iulius. A proposito dei conflitti ricorrenti tra Ottaviano e Antonio, gli storici moderni, condizionati dalla vulgata augustea, hanno interpretato le manovre militari di Antonio in Oriente, oltre che per sconfiggere i parti e vendicare Grasso ucciso a Carne, come finalizzate alla creazione di un nuovo impero, che fosse alternativo a quello romano. In effetti Antonio aveva convocato Cleopatra a Tarso, nel periodo in cui stava iniziando le azioni militari contro i Parti. L’alleanza tra Antonio e Cleopatra, oltre agli aspetti sentimentali descritti da Plutarco nella vita di Antonio, era dettata da ragioni politiche che riguardavano la spartizione dei vasti territori orientali tra il Triumviro e la regina d’Egitto. La situazione di Ottaviano in Italia era difficile e delicata per la carestia provocata da Sesto Pompeo, che impediva alle navi di passare dalla Sicilia, e dalle espropriazioni di terreni in favore dei veterani della guerra civile.
L’Etrusco Gaio Cilicio a Brindisi favorì un accordo tra Antonio e Ottaviano, che stabilì le sfere d’influenza dei due esponenti del Triumvirato, con Antonio a cui fu affidato l’Oriente e con Ottaviano che controllava l’Occidente, tanto che per Traina la polarizzazione Oriente/Occidente nacque in questo periodo storico. Vi fu un accordo con Sesto Pompeo, il Nettuno dei mari, per porre fine ai sabotaggi contro le navi che trasportavano il grano a Roma. In un primo momento sembrava che Sesto Pompeo fosse divenuto un quarto esponente del Triumvirato. In seguito, proprio perché non rispettò i patti, venne ucciso in Bitinia. Lepido fu privato della sua magistratura triumvirale e, di fatto, Ottaviano, alla fine delle guerre civili, si trovò contro Marco Antonio che venne sconfitto con la celebre battaglia di Azio, in cui emerse l’abilità di Agrippa, le cui imbarcazioni leggere furono più rapide di quelle di Antonio.
Antonio e Cleopatra si tolsero la vita ad Alessandria in seguito alla sconfitta militare subita ad Azio. L’anno successivo ci fu la capitolazione dell’Egitto, l’ultima nazione legata all’Ellenismo e il Mediterraneo divenne un lago romano, per usare una immagine di un grande storico. Per concludere, questo di Giulio Traina è un libro che gronda erudizione da ogni pagina.
(*) La prima guerra mondiale della storia di Giusto Traina, Laterza editore 2023, 272 pagine, 22 euro
Aggiornato il 18 gennaio 2024 alle ore 14:43