Siamo chiari, Fabio Volo è un fenomeno letterario da studiare. La sua scrittura è un pot-pourri di luoghi comuni e frasi fatte, di quelle che riempiono le pagine Facebook di qualsivoglia adolescente in crisi d’amore, però vende, anzi “stravende”.
Ogni sua pubblicazione parte dalla prima posizione in tutte le classifiche e lì resta per un periodo di tempo incalcolabile, e Tutto è qui per te non sembra fare eccezione. Così non ci dobbiamo stupire se l’ennesima love story, che in questa occasione vede protagonista un uomo in crisi di mezza età diviso tra giovani amori e vecchie fiamme, faccia impazzire i lettori nostrani. Disperatamente ho cercato un fattore eccezionale nella prosa di Volo, speranzoso che fosse un guizzo stilistico a renderlo così desiderato, ma niente.
La scrittura dell’ex Iena è piatta come l’encefalogramma di un tavolino Ikea. Allora cosa tramuta questo scrittore in Re Mida? Semplice. Fabio Volo scrive e pensa come l’italiano medio, quello privo di senso speculativo, quello che se ne frega se aumenta la benzina tanto la sua auto è diesel, quello che si fa i debiti per comprare il nuovo smartphone e si innamora al primo like sui social.
Più chiaramente, riempie quel vuoto anticulturale su cui si regge il nostro Paese da decenni, ma in fondo chi lo vorrebbe un Fabio Volo con l’appeal intellettuale di un Busi o un Abbate? Abbiamo tutti un diesel nel cuore quando aumenta la benzina.
Aggiornato il 10 gennaio 2024 alle ore 10:51