Il dato è indubbiamente positivo. Nel corso del triennio 2020-2022 nel nostro Paese sono state prodotte 1.165 opere (film e serie tivù) di finzione, documentazione e animazione. I canali di distribuzione primaria sono la sala cinematografica, televisione, video-on-demand (VoD). Prendendo in esame i valori medi relativi ai trienni 2017-2019 e 2020-2022 si registra un incremento del 28 per cento delle opere e del 30 per cento delle ore prodotte. Sono fra i dati della ricerca “Le serie e i film italiani sui mercati esteri: circolazione e valore economico”, promossa da Anica e Associazione produttori audiovisivi, realizzata in collaborazione con l’Istituto di ricerca eMedia e con il sostegno di Agenzia Ice nell’ambito del Mia. Il numero delle opere prodotte destinate allo sfruttamento primario in sala cinematografica è stato pari a 316 nel 2022, Le opere televisive sono state 149 e quelle destinate al VoD 39.
“Tutti i valori relativi al 2022 risultano elevati sia per la crescita dei volumi di produzione sia per il posticipo di progetti relativo agli anni 2020 e 2021”, spiega il fondatore di Emedia Emilio Pucci, illustrando lo studio. Per quanto riguarda la tv, nei due trienni presi in considerazione, la media annua delle opere prodotte rimane stabile a 95 titoli. Considerando i valori medi dei trienni 2017-2019 e 2020-2022 c’è un +51 per cento delle opere realizzate insieme a produttori esteri. Nel triennio 2020-2022 arriva a 103 milioni di euro il valore complessivo degli apporti esteri (da parte di produttori in posizione itaria e paritaria) per opere cinematografiche e televisive, +49 per cento rispetto ai 69 milioni registrati nel 2017-2019.
“Il governo, come ha già fatto con la legge antipirateria, il tax credit e una serie di strumenti legislativi continuerà a sostenervi” dice il presidente della commissione Cultura del Senato Roberto Marti. Relativamente a questi temi, “ci apprestiamo a votare una legge di bilancio non molto adeguata che l’anno scorso abbiamo ereditato e quest’anno abbiamo dovuto equilibrare. Ciò significa che dall’anno prossimo possiamo cominciare a fare degli investimenti reali, riempire di contenuti quelle iniziative legislative importanti che stiamo portando avanti in maniera seria, leale e trasversale”.
Tornando alla ricerca si stima che il numero di serie e film italiani prodotti nel 2022 con una qualche circolazione estera si collochi tra i 183 (stima minima) e i 203 (stima massima), per un valore complessivo legato all’export fra i 106 milioni (stima minima) e i 156 milioni (stima massima), in netta crescita rispetto ai dati relativi al 2017. Il presidente dell’Anica Francesco Rutelli sostiene ci sia “una crescita delle coproduzioni e una tendenza positiva della distribuzione estera. Per sostenerla servono minimi garantiti, una leva efficace che torni a far distribuire a imprese italiane il cinema italiano di punta. Occorre anche costanza dal punto di vista normativo e della gestione amministrativa”. Chiara Sbarigia, presidente di Apa e Cinecittà, osserva: “Le nazioni si raccontano e competono anche attraverso lo storytelling del proprio Paese e le opere audiovisive sono un mezzo importantissimo. La loro produzione è un punto centrale in queste industrie creative che hanno un valore economico da proteggere e sostenere”. Anche perché “l’occupazione ha raggiunto i 120mila impiegati diretti nel settore”.
Aggiornato il 14 dicembre 2023 alle ore 18:30