Netflix è il solito Netflix. Ne Il mondo dietro di te (Leave the World Behind) di Sam Esmail, come al solito, ci rifila la solita manfrina pseudo-educativa alla Barack e Michelle Obama (compartecipi in qualcosa alla produzione) edulcorata da una sapiente – perché ricca, pagata profumatamente – scenografia. È la storia, che vorrebbe essere un thriller anche se di thriller non ha praticamente niente, di una famigliola di New York (Brooklyn) che, su iniziativa della mamma, va a passare il fine settimana al mare. La villa affittata è lussuosa e moderna, la piscina ottima per i due figli adolescenti, il mare, cioè la spiaggia comincia subito a dare qualche sorpresa: una petroliera immensa dirige verso terra arrivando come una bomba contro i bagnanti. La famigliola è allo stesso tempo sorpresa quanto atterrita. A casa, la notte, compaiono e suonano il campanello un papà in smoking e sua figlia in abito da sera, sostenendo di avere problemi a tornare in città e che quella è casa loro: chiedono di potere dormire nella casa pagando la metà dell’affitto del week end. La situazione si fa strana ma i due sono normali. Eppure, molto lentamente, si capisce la stranezza. Al mondo è stata “staccata la spina”, non funziona più niente, computer, cellulari, auto elettriche, navi, aerei. Tutto si schianta. Tutti muoiono. La famigliola e il papà e figlia estranei cercano di capire cosa stia succedendo.
Ed ecco che dopo due ore di suspense viene fuori la “ramanzina” obamiana: l’America anzi gli Stati Uniti hanno tanti nemici: Iran, Russia, Corea, Cina, non c’è che da scegliere. Il sistema elettronico digitale è stato boicottato, come primo step. Poi, si dice nel film, ci pensano gli uomini a farsi fuori uno con l’altro, ad annientarsi. Ognuno pensa per sé: nessuna solidarietà, nessuna compassione, meno che mai amore, solo belve travestite da umani. Alla partenza, la mamma della famigliola – come al solito un’efficacissima Julia Roberts invecchiata – dice di odiare il genere umano, la gente, le persone. Alla fine del film desidererebbe riavere la gente, le persone che odia per essere meno soli nell’affrontare il disastro. Il film si conclude con la figlia allampanata che cerca in un bunker un po’ di felicità nella serie Friends che le piace. L’America obamiana è penosa. L’hanno ridotta così: disastrosa e senza speranza. Le persone non più tali ma zombi a loro immagine e somiglianza. La situazione disperata e disperante. Odio e nemici, nemici e odio. Si spera torni Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti in modo da stendere un velo pietoso sugli Obama e, a questo punto, anche sulla loro “arte” cinematografica. Il mondo dietro di te è un film che non vale la pena vedere.
Aggiornato il 13 dicembre 2023 alle ore 12:42