Il Natale si avvicina. La vigilia, il cenone, la tombola e i parenti sono per molti un motivo di giubilo, ma non per tutti. Per qualcuno, Natale significa litigi interminabili, fare la spola tra una famiglia e un’altra, ma anche la consapevolezza di non poter fare abbastanza per le persone che si amano. Per questa seconda, abbondante, categoria di persone, le famose canzoni natalizie non aiutano per affatto. Ma una luce nel buio si è accesa, 35 anni fa, nel 1988, quando Shane MacGowan – venuto tristemente a mancare il 30 novembre scorso – e i suoi Pogues hanno scritto Fairytale of New York, cantata insieme a Kirsty MacColl.
Il gruppo punk-folk anglo-irlandese ha composto la canzone di Natale che nessuno si meriterebbe, ma di cui tutti abbiamo bisogno. Una ballata su una coppia di immigrati che prova a sopravvivere nella Grande Mela, tra sogni infranti (Quando mi hai preso la mano per la prima volta/ In una fredda vigilia di Natale/ Mi hai promesso/ che Broadway mi stava aspettando) e problemi economici. Lui torna a casa dopo aver scommesso sul cavallo giusto, e dice alla compagna di vedere un futuro migliore nell’anno che verrà (Ho il presentimento che questo sarà il nostro anno). Ma probabilmente sono solo i fumi dell’alcol che parlano. I due litigano e si insultano, e incolpano il loro amore di essere sbocciato a discapito dei sogni personali (Mi hai rubato i sogni, dal primo momento in cui ti ho incontrato). Infine lui, colpito dalle accuse – veritiere – della donna, cerca di riprendere la situazione professandole ancora una volta la sua devozione (Non ce la farei da solo, ho costruito i miei sogni intorno a te). Tutto questo, mentre i ragazzi del coro della polizia di New York cantano Galway Bay, una canzone tipica irlandese, che non fa altro che alimentare la nostalgia di casa della coppia.
Il frontman dei Pogues ha vissuto gran parte della sua vita da irlandese trapiantato in Inghilterra, e questa mancanza di radici l’ha sempre sofferta. Come il protagonista di Fairytale of New York, Shane ha trovato – forse troppo tardi per la sua salute – la tranquillità nell’affetto della moglie, dopo una vita intera passata ai limiti della società. Quella di MacGowan, insomma, è una canzone di Natale, una delle più belle mai pubblicate, scritta da un uomo che non è mai stato bambino.
Aggiornato il 13 dicembre 2023 alle ore 09:24