Si è conclusa la kermesse siciliana che celebra la pace attraverso il cinema. Il verdetto è stato pronunciato. Kafka a Teheran degli iraniani Ali Asgari e Alireza Khatami è il Miglior lungometraggio dell’undicesima edizione del Vittoria Peace Film Festival. La direzione artistica è stata firmata a sei mani: dall’esercente cinematografico Giuseppe Gambina, dallo studioso di gestione dei conflitti, processi di pace e sviluppo Luca Gambina e, da quest’anno, anche dal giornalista de L’Opinione Andrea Di Falco. Ecco la decisione della Giuria composta dalla montatrice Francesca Bracci, dalla produttrice Linda Di Dio e dalla giornalista e critica cinematografica Maria Lombardo. “Kafka a Teheran – si legge nelle motivazioni – è un film di tono apparentemente sommerso ma di effetto dirompente, girato come scene di vita reale dalla quale gli episodi sono ispirati. I dialoghi arguti mostrano l’assurda oppressione del regime e di una cultura violenta sulle donne e sulla libertà di pensiero e di parole. Tiene viva l’attenzione sulla privazione della libertà in Iran, accendendo tuttavia un barlume di speranza”. Il Premio speciale della giuria sezione lungometraggi è andato a Rodeo della regista francese Lola Quivoron. “Film che spezza una lancia in favore di donne come la protagonista che, appassionata di moto, si inserisce in un ambiente maschile e maschilista della periferia francese”.
Il Miglior Documentario è Life is a game di Luca Quagliato e Laura Carrer. “Storie di rider nel mondo, mosaico di persone che praticano un mestiere precario per necessità o per scelta. Il regista gioca su due registri: animazione, inchiesta, provocando un effetto di straniamento con le immagini ispirate a un noto videogiochi”. Il Premio Speciale della Giuria sezione documentari è stato assegnato a Serre. La fascia trasformata ragusana di Luca Salvatore Pistone. “Un’inchiesta giornalistica sul territorio ragusano che, con molto coraggio, affronta il tema dello sfruttamento delle persone e della terra per le leggi del mercato”. Il Miglior Cortometraggio è Xiaohui and his cows della regista cinese Xinying Lao. “Spazio alla bellissima fotografia che sottolinea la poesia di un piccolo racconto di amore per la natura e gli animali in un villaggio di montagna cinese”. Il Premio Speciale della Giuria sezione cortometraggi è stato assegnato a Dielli del regista kosovaro Dritero Mehmetaj. “Un’opera che esprime maturità registica nel racconto di un ragazzo che aiuta il padre a uscire dalla marginalità”.
Menzione speciale della giuria al documentario Una medaglia per Luz Long di Domenico Occhipinti. “Racconta la solidarietà tra due atleti alle Olimpiadi del 1936, mostrando come si possa, nel segno dello sport, mettere da parte l’ideologia”. Il Premio Sebastiano Gesù “Cinema per la pace”, dedicato allo storico del cinema siciliano, è stato assegnato al documentario Mimmolumano di Vincenzo Caricari. “La ricostruzione giornalistica, in forma stilisticamente originale, della vicenda dell’ex sindaco di Riace”. Dalla scorsa edizione viene assegnato anche il Premio Tullia Giardina “Sceneggiatura per la pace”, che omaggia la docente, sceneggiatrice e studiosa siciliana. Il riconoscimento è andato al film L’ultima Luna di settembre del regista mongolico Amarsalkhan Baljinnyam. “Storia non scontata di un giovane che torna nel villaggio natio e sente, da un lato il richiamo del luogo e dall’altro, il bisogno di mantenere la sua scelta di vivere in città”.
(*) La foto in alto è tratta dal film Kafka a Teheran di Ali Asgari e Alireza Khatami.
(**) Nella foto in basso sono ritratti, nel corso della premiazione, da sinistra verso destra: il regista Domenico Occhipinti; il direttore della fotografia e montatore Guglielmo Di Stefano; la montatrice Francesca Bracci; il direttore artistico del Vittoria Peace Film Fest Giuseppe Gambina; la giornalista e critica Maria Lombardo.
Aggiornato il 11 dicembre 2023 alle ore 17:10