Genova è una città dimenticata, a tratti ostile verso il “forestiero”, lo straniero, fatta di chiaroscuri nel suo più vasto e purtroppo abbandonato centro storico d’origine medievale in tutta Europa. La Genova di Fabrizio De André, quella delle put…e di buon cuore nei suoi caruggi non esiste più da prima che io la frequentassi ai tempi dell’università. Restano nascoste le vestigia di un Medioevo leggendario come vico del Basilisco e il catino di vetro verde di Siria che viene presentato come il Graal. Genova è una città “oscura”, nei cui vicoli ritorti e in ascesa il sole penetra poche ore al giorno, una città che ha un glorioso passato ma un sempre più incerto futuro. In tutto questo, io che la conosco bene, nei suoi tratti luminosi così rari e in quelli suoi avvolti nella tenebra, invito tuttavia l’avventuroso viaggiatore in cerca di godimenti estetici, per una volta almeno a disertare la mostra su John Ronald Reuel Tolkien in corso alla Galleria nazionale d’Arte moderna e contemporanea di Roma, in questi giorni, e a intraprendere un percorso mistico che lo condurrà in uno dei momenti più tragici e oscuramente violenti della nostra storia. In quel primo Seicento, illuminato per un breve tratto dall’astro fuggitivo di Caravaggio, dove improvvisa emerge e si staglia la figura muliebre e straziata di Artemisia Gentileschi.
Su costei, figlia di uno dei più cari amici – pittore anch’egli – del Merisi, ovvero Orazio Gentileschi, è stato versato un oceano d’inchiostro, pertanto è superfluo dilungarcisi anche in quest’occasione. Ma la mostra voluta e organizzata da Arthemisia insieme a Palazzo ducale-Fondazione per la Cultura, al Comune di Genova e alla Regione Liguria, rientra nell’ambito degli eventi di Genova Capitale Italiana del Libro 2023 e, dal 16 novembre 2023 al 1 aprile 2024, si snoda lungo le sale dell’appartamento del Doge di Palazzo ducale di Genova in una rutilante ricostruzione della vita, dei tempi e delle opere della pittrice, in una danza prebarocca di buio e di sangue, squarciati soltanto dal filo dell’acciaio mortale. Il catalogo, edito da Skira e a cura di Costantino D’Orazio, ci offre sapidi scritti – tra gli altri – di Pietrangelo Buttafuoco, di Vittorio Sgarbi e del decano, quasi inarrivabile, Claudio Strinati.
Genova accomuna così Caravaggio, in una delle sue fughe, a Orazio Gentileschi e al loro avversario Agostino Tassi, lo stupratore della giovane Artemisia, come un luogo lontano dagli splendori dell’Urbe, distante dalla giustizia papalina, che infine accoglie proprio lei, prima pittrice a ribellarsi in un mondo crudele e violento, oggi trasformata in una icona femminista, laddove invece andrebbe compresa e ancor più ammirata nel suo essere donna del Seicento e non attualizzata a ogni costo. Artemisia fu coraggiosa a denunciare la violenza carnale che subì, proprio perché visse quattro secoli or sono e non al giorno d’oggi, dove è troppo facile e scontato seguire l’onda del Me Too. Artemisia Gentileschi. Coraggio e passione offre quindi al visitatore, che si allontana dai grandi circuiti delle città d’arte, un’eccellente occasione per vedere l’immaginario pittorico di una delle più grandi pittrici del nostro passato, immergendosi in quel tempo controriformista che ha visto poi il Secolo d’oro scorrere cruento nel sangue e nelle violenze della Guerra dei Trent’anni, in un tripudio di dolore e di morte ma anche di bellezza e riscatto. Andate a vedere Artemisia, dunque, eroina vera e dolorosa, di un mondo feroce ma magnifico dove non esisteva altro domani se non quello conquistato in punta di spada o di pennello.
Aggiornato il 21 novembre 2023 alle ore 11:16