Ha ragione l’ambasciatore Alberto Schepisi, docente alla John Cabot University dopo una lunga carriera in missione a Dublino, Vienna, Budapest, Barcellona, Città del Vaticano, il quale nel presentare il libro di Isabel Russinova, Non svegliate Baba Roga. Il prezzo dell’odio per la Curcio Editore, lo ha definito un’opera importante e attuale. A rivelare nei dettagli il perché di questa attualità significativa è stata la professoressa Donatella Schurzel, dottore di ricerca in storia dell’Europa all’Università La Sapienza di Roma e studiosa pluripremiata della cultura giuliano-dalmata: “Sappiamo ancora poco di quella guerra violenta e sanguinosa che si è consumata nell’ex Jugoslavia negli anni Novanta e questo libro ha il merito di farci conoscere grida e dolori ancora vivi di un conflitto alle porte della nostra memoria”, ha affermato la Schurzel, una bella donna dagli occhi blù, che si colma di luce quando assolve alla missione di informare su pagine così vere e vicine. Ma la spiegazione più autentica è stata quella fornita dalla stessa autrice: “Una guerra cruenta – scrive infatti nella prefazione – in cui le atroci torture perpetrate dagli uomini verso altri uomini hanno scritto pagine infami della storia. Anche in questo caso, le donne e i bambini hanno pagato più di tutti il prezzo dell’odio”.
Isabel Russinova. Molti legheranno il nome al mondo dello spettacolo e chi, come me, l’ha conosciuta all’esordio ricorderà la ragazza esile e biondissima nata a Sofia da padre istriano e madre bulgara, cresciuta a Trieste, che alla fine degli anni Settanta iniziò a calcare le scene come fotomodella a Milano, poi il debutto in tivù con Cipria, insieme a Enzo Tortora, il Festival di Sanremo nell’83 e con Emanuela Falcetti e Anna Pettinelli l’edizione di Discoring dell’83-84. Io la conobbi in quell’occasione e Isabel Russinova era già la donna dalle nostalgie della sua terra, dei suoi avi e dei suoi ricordi, poi maturati nel corso di una carriera cinematografica, teatrale, ma in particolare dedita alla promozione della cultura slava. Testimonial ufficiale di Amnesty International, è stata infatti insignita del titolo di “corrispondente onoraria della cultura slava” dal Ministero della Cultura della Repubblica Popolare di Bulgaria.
Perché Isabel ha sentito come un dovere la testimonianza e la difesa dei diritti umani, attraverso rassegne e festival di cui è stata direttrice artistica insieme con il marito, il regista e produttore Rodolfo Martinelli Carraresi, due libri fino a questa opera per la Curcio presentata il 21 settembre presso il Circolo del Ministero degli Esteri, a Roma, dal giornalista moderatore Paolo Tripaldi. In Non svegliate Baba Roga. Il prezzo dell’odio, Isabel Russinova escogita due espedienti narrativi. “È un romanzo in fondo autobiografico”, ha detto l’ambasciatore Schepisi. In cui l’autrice attraverso le figure di Anna, una giornalista milanese, e Mila, una donna che sopravvive alle atrocità dello sterminio, narra quel capitolo che fece rabbrividire la Croazia, la Bosnia, l’Erzegovina, la Slovenia, la Serbia e la Macedonia”.
E come racconta Isabel? Ecco la trovata, ecco l’affondo nella memoria, nelle testimonianze degli avi, dei nonni, del nonno Valetin a cui è dedicata l’opera “che le guerre le ha viste, vissute e combattute”. “Baba Roga – ha spiegato la docente Donatella Schurzel – è il personaggio leggendario e mitologico, che risale dai tempi e che sintetizza tutto il male che le cronache, le ricostruzioni, i documenti forse non riuscirebbero a portare al lettore con l’emozione terrificante che scorre nelle pagine”.
Baba Roga è l’odio. E per chi è vissuto, o viene, da quelle terre che furono degli Illiri, ardito popolo guerriero forgiatore di armi e domatore di cavalli, “protette alle spalle da montagne innevate, punteggiate da laghi incantati, definite da bordi frastagliati bagnati dall’Adriatico”, la malvagità, la sofferenza e l’ingiustizia vanno oltre l’umano.
E non si possono descrivere se non ricorrendo ai mostri che inquietano i sogni dei bambini e continuano a spaventare gli uomini con la ferocia. Ecco dunque Baba Roga, l’idea centrale del racconto di Isabel Russinova, che prende forma dalle favole tenebrose e orrifiche dei nonni: “Baba Roga è il mostro più cattivo di tutti – scrive ricordando i racconti dell’infanzia – non è né donna né uomo, ma conserva i peggiori difetti di entrambi, è pigro e violento come gli uomini ed è testardo e dispettoso come le donne. Lui non ha un posto né una casa, lui può essere dovunque, nell’aria, portato dal vento, può venire dal mare o dal fondo della terra e quando arriva spazza via tutto, lascia solo morte e distruzione, dolore e più male riesce a diffondere, più è felice: lui si nutre di odio”.
“È un libro – ha dichiarato la Schurzel – che rievoca le migliori pagine di Nelida Milani, la scrittrice affermata della memoria istriano-dalmata, in cui Isabel passa dalla leggerezza alle nefandezze, alternando pagine piene di aria e di vento a pagine atroci sulle violenze sulle donne. Perché quelle guerre sono state soprattutto il buco nero delle donne, le quali dalle prigioni potevano uscire o morte o incinte. Lo stupro etnico è una razzia femminile che ancora non ha trovato la piena e infinita condanna. Il racconto crudo e amaro di Isabel contribuisce a questo deficit di storia e diritti”. Non svegliate Baba Roga risuona anche come un monito attuale in tempi di guerra. Lì, in Ucraina, si sta consumando lo stesso scempio verso giovani, anziani, bambini. “Ma non sono solo i confini russo-ucraini a farci temere il tremendo risveglio”, annota l’autrice. Il mondo rigurgita di odio, di ribellioni, di disparità e stimoli di vendette e se i popoli e gli uomini non riusciranno a fermare in tempo il risveglio di Baba Roga l’odio tornerà a mietere il suo sangue e le sue immani ferite”.
La storia non è libera dall’oblio. Scrive la Russinova: “Se per alcune vittime c’è un eccesso di memoria, per altre resta l’abbandono. Questa storia è narrata dagli occhi di una donna, che in questa guerra è stata la prima vittima, perché ha dovuto subire lo stupro etnico. Non ho voluto cercare né buoni né cattivi, né giusto né sbagliato, ma solo ricordare, perché ogni piccolo, singolo sussulto di sdegno di fronte a questo orrore è una vittoria e perché non si ripeta. Il racconto lo voglio dedicare a mio padre, a mio nonno, alla mia famiglia; loro hanno conosciuto Baba Roga”.
(*) Non svegliate Baba Roga. Il prezzo dell’odio di Isabel Russinova, Curcio Editore 2023, 157 pagine, 16,90 euro
Aggiornato il 26 settembre 2023 alle ore 08:18