Le sofferenze di Mary Ellen Wilson

Mary Ellen Wilson nasce nel marzo del 1864 a New York. Il padre muore al suo secondo compleanno durante la Guerra civile statunitense. La madre inizia a lavorare per mantenere sé stessa e la figlia. Cade in forti ristrettezze economiche fino al punto di consegnare la figlia al Dipartimento di Beneficenza di New York. Mary Ellen viene adottata da Thomas McCormack e dalla moglie Mary Connolly. Il padre adottivo muore dopo un anno e la bambina finisce sotto le mani della spietata Mary, che manifesta subito un profondo odio per la piccola. Iniziano sette anni di sevizie e di danni fisici con lame e bastoni. È picchiata continuamente con fruste, bruciata con il ferro, tagliata con le forbici, sottoposta ad abusi sessuali ed emotivi.

Un vicino si accorge delle torture a causa dei forti lamenti della bambina e denuncia tutto alla polizia che non agisce perché non ci sono leggi che sanzionano percosse e maltrattamenti ai minori. I genitori avevano il totale diritto di vita e di morte sui figli. L’educazione, anche cruenta, era considerata una semplice faccenda privata. Mary Ellen Wilson, nove anni all’epoca, aveva le dimensioni di una bambina di 5 anni. Dalle prime foto scattate lei appare con le braccia e con le gambe coperte di lividi, ustioni e cicatrici. Nei successivi sei anni la piccola subisce soprusi che racconta ad Hetta Wheeler, assistente sociale che si prende a cuore il caso dopo la segnalazione inutile del vicino alla polizia. Entrando con uno stratagemma in casa della bimba nel dicembre 1873, la signora Wheeler, con orrore vede una creatura sporca, scalza, coperta di stracci, con uno sfregio sul viso.

La signora inizia ad annotare i racconti della bambina: “Il mio letto di notte è solo un pezzo di tappeto, steso sul pavimento sotto una finestra”. Mary Ellen testimoniò in seguito in tribunale. “Non ho mai avuto solo un paio di scarpe, ma non riesco a ricordare quando è stato”; “Mamma aveva l’abitudine di frustarmi e picchiarmi quasi ogni giorno. Mi frustava con una frusta attorcigliata, con pelle grezza. La frusta lasciava sempre segni neri e blu sul mio corpo”. Il racconto prosegue: “Venivo rinchiusa in un armadio per giornate intere”. La bambina racconta di aver ricevuto cibo insufficiente, la notte era costretta a dormire sul pavimento, non aveva vestiti invernali durante i gelidi inverni newyorkesi, era lasciata sola in una stanza buia chiusa a chiave e non aveva la possibilità di uscire all’aria.

Etta Wheeler decide di raccontare tutto a Henry Bergh, fondatore dell’American Society for the Prevention of Cruelty to Animals. Bergh era stato l’autore di una Dichiarazione dei diritti degli animali. È il fondatore dell’Aspca. Se la bambina non ha tutele è comunque parificata a un animale e quindi deve essere protetta. Si decide di passare subito all’azione. Con le testimonianze dei vicini e il racconto della bambina la madre adottiva Mary Connolly viene portata a processo. La Corte ascolta la testimonianza della piccola. Le crudeltà e le privazioni deliberate inflitte a Mary Ellen Wilson dai suoi genitori adottivi includevano quanto segue: percosse regolari e gravi con una pelle grezza; bruciature ripetute; colpita con le forbici; cibo insufficiente; dormire sul pavimento; non avere vestiti caldi da indossare quando fa freddo; essere spesso lasciata sola all’interno di una stanza buia e chiusa a chiave; vietato uscire all’aperto, tranne di notte nel suo cortile; costretta a fare lavori pesanti.

Il 9 aprile 1874 la bambina testimonia in tribunale riguardo agli abusi ricevuti. “Mio padre e mia madre sono entrambi morti. Non so quanti anni ho. Non ho ricordi di un tempo in cui non vivessi con i Connolly. La mamma (la signora Connolly) ha l’abitudine di frustarmi e picchiarmi quasi tutti i giorni. Ora ho i segni neri e blu sulla mia testa, che sono stati fatti dalla mamma, e anche un taglio sul lato sinistro della mia fronte che è stato fatto da un paio di forbici. Mi ha colpito con le forbici e mi ha tagliato. Non ricordo di essere mai stata baciata da nessuno, non sono mai stata baciata dalla mamma. Non sono mai stata presa in braccio da mia mamma o accarezzata. Non ho mai avuto il coraggio di parlare con nessuno, perché se lo avessi fatto sarei stata frustata”.

Alla fine delle udienze la Connolly viene dichiarata colpevole e condannata a un anno di lavori forzati. Successivamente di lei non si saprà più nulla. L’avvocato dell’Aspca ottiene l’allontanamento dalla spietata madre. La piccola viene affidata a un istituto. Il clamore sollevato da questa vicenda induce alla costituzione nel 1874 della New York Society for the Prevention of Cruelty to Children. La prima istituzione al mondo dedicata alla prevenzione degli abusi sui minori ancora oggi in piena attività. La piccola Mary viene successivamente affidata alla sua salvatrice Etta Wheeler. Etta si trova ad allevare una bambina che non sapeva deambulare, né era capace di muoversi all’aperto. Ignorava le altezze e le grandezze. Non aveva mai visto i prati, le rocce, il cielo, gli alberi o i fiori. Non aveva mai avuto un giocattolo. Non aveva giocato con altri bambini. Imparò presto tutte queste cose seguita affettuosamente da Etta. Alla morte della nuova madre adottiva è affidata benvoluta e coccolata alla sorella di Etta.

A ventiquattro anni si è sposata e ha curato una famiglia numerosa. Grazie all’affetto e la comprensione ha rimosso e dimenticato gli orrori. È morta il 30 ottobre 1956 all’età di 92 anni. La crudeltà della sua storia ha innescato una profonda revisione del sistema normativo in America e poi nel mondo. Il caso di Mary Ellen è stato il primo processo pubblico a tutela dei minori. Grazie al suo martirio, in tutto il mondo esistono istituzioni a protezione dei minori. Il processo ebbe larga risonanza perché seguito dai giornalisti del New York Times. Il giornale provocò lo sdegno e la ripugnanza dell’opinione pubblica e dei cittadini di tutta l’America. In campo medico, nel 1962 viene diffuso uno studio: “The Battered Child Syndrome”, nel Journal of American Medical Association. È riportata dettagliatamente la realtà degli abusi sui minori. La ricerca ha fornito al personale medico azioni pratiche per identificare, comprendere e segnalare sospetti abusi sui minori alle autorità. Nello spazio di dieci anni successivi, tutti gli Stati americani hanno formulato una legislazione che rendeva obbligatoria la segnalazione di maltrattamenti sui minori. Con la Legge del 1934 fu istituito in Italia il primo Tribunale specializzato per i minorenni.

Aggiornato il 08 settembre 2023 alle ore 13:29