“Oppenheimer”, il rimorso di aver creato la bomba atomica

Oppenheimer di Christopher Nolan è un film molto lungo che si vede tutto d’un pezzo. Si tratta della storia del fisico teorico Julius Robert Oppenheimer che, secondo la ricostruzione cinematografica, ha capeggiato l’operazione Usa della creazione della bomba atomica, poi sganciata sul finire della Seconda guerra mondiale sulle città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki, dal 6 al 9 agosto 1945. Inutile dire che il cast è stellare, gli effetti a prova d’orecchio, tranne quando al posto del finimondo, sullo schermo, sono rimaste solo le immagini, proiettate in un silenzio tombale. Il film, fatta salva la “scomparsa” o quasi del nostro, italiano, Enrico Fermi che pure era lì a Los Alamos nel New Mexico a dare vita al progetto battezzato “Trinity”, cui è ingenerosamente riservato un ruolo minore e neanche comprimario ad Oppenheimer – cosa che invece è stato, primus inter pares, avendo lasciato l’Italia appena preso il Nobel della fisica a Oslo e subito sfuggito alle persecuzioni contro gli ebrei e recatosi a fare parte del gruppo degli scienziati-geni dell’epoca i quali costruirono la bomba atomica; fatta salva, dicevo, questa strana e originale mancanza, il film prova a ricostruire e soprattutto a immergere lo spettatore nella foga belligerante di allora ponendoci di fronte ai pensamenti e ai ripensamenti personali, etici e morali, di chi la bomba la costruì su “ordine” di Harry S. Truman, allora presidente degli Stati Uniti d’America.

L’ottica è quella della guerra. In seguito all’agguato a Pearl Harbour, gli Usa meditano vendetta contro il Giappone, incalzati dalla notizia che la Germania ha già sviluppato e creato l’arma letale. Incaricano e mettono in condizione il gruppo di scienziati più affermato e promettente dalla loro parte del mondo di fare presto nel dotarli della bomba. Si sente forte la condanna a chi ha simpatizzato per il comunismo, sebbene Oppenheimer lo abbia fatto, giovane, in maniera blanda e più per amore che per convinzione. Qua e là appare Albert Einstein che si tiene lontano tanto da Oppenheimer quanto dalla costruzione della bomba e distruzione del mondo.

Il film è debole laddove cerca di proiettare una evoluzione personale dell’animo di Julius Robert Oppenheimer, non riuscendo in realtà a “giustificare” nello spettatore il totale cambio di “rotta” tra un “prima” in cui il protagonista va dritto per la sua strada, cioè verso la creazione della bomba e un “dopo” in cui, perfezionata la bomba e consegnata al governo degli Stati Uniti per l’uso, dopo grandi “festeggiamenti “ a lui riservati, Oppenheimer sprofonda tra i dubbi, i rimorsi e gli interrogativi sugli effetti sortiti dall’uso stesso della bomba, cui era destinata. Tanto che, al cospetto di Truman, farsi cinicamente sollevare dalla “responsabilità” e scacciare dalla sala ovale a male parole dal presidente che, in sottofondo grida: “Non fatemi più vedere questo piagnone”. La questione è semplice: o erano scienziati così come lo erano e quindi non avrebbero certamente potuto non rendersi conto di ciò che stessero facendo e a quale scopo, o non erano scienziati, che invece ovviamente erano, e quindi non si capisce come ad alcuno di essi possa essere venuto in mente di costruirla per poi pentirsene.

In realtà, la Storia impazzisce di tanto in tanto. Purtroppo molto più spesso di quanto si pensi. Quindi era come quando ci hanno costretti tutti a vaccinarci perché altrimenti niente vita né lavoro e stipendio, e chi è contrario viene soppresso. Ecco, allo stesso modo tutti, e quando dico tutti erano proprio tutti, nessuno escluso, alla voce “guerra” hanno risposto “guerra”, e armi, e bomba atomica. Ci sono però due aspetti fondamentali che non “quadrano”, e cioè:

1) che con le armi, a maggior ragione quando le più potenti di tutte, non si risolve nessuna guerra quanto piuttosto la si alimenta;

2) che per uno scienziato che si occupa quindi di scienza è davvero difficile sia proguerra perché è insito nel concetto stesso di “scienza” l’idea stessa della pace. Uno scienziato che vuole la guerra è come se stesse negando la scienza che studia e di cui si occupa. Detto questo, il film è interessante. Se piace il tema, va visto.

Aggiornato il 01 settembre 2023 alle ore 09:31