“Lo abbiamo ripetuto molte volte, ma lo faccio volentieri anche in occasione dell’80ª Mostra internazionale d’arte cinematografica. La Biennale di Venezia vive i mutamenti della storia, grazie al suo privilegiato punto di osservazione sul mondo delle arti di qualsiasi latitudine, forse come nessun’altra istituzione culturale”. Con queste parole il presidente della Biennale, Roberto Cicutto, fa intendere quanto l’arte sia sempre e comunque un ambito privilegiato per osservare e leggere la realtà e spesso prevedere il futuro. Ci vediamo a Venezia, dal 30 agosto al 9 settembre. E dell’arte cinematografica, la Biennale può vantarsi di avere un vero fiore all’occhiello. Questa edizione della Mostra del cinema è l’ottantesima, ma l’entusiasmo che genera e trasmette rimane sempre quello di una giovane e affascinante realtà, viva e pulsante.
Anche per quest’anno il programma è molto interessante con ben 82 lungometraggi nella Selezione Ufficiale così suddivisi: 23 nella sezione Venezia 80 (Concorso), 19 nella sezione Fuori Concorso (di cui 6 documentari), una proiezione speciale, 18 nella sezione Orizzonti, 9 nella sezione Orizzonti Extra, 9 nella sezione Venezia Classici – Documentari sul cinema, 3 nella sezione Biennale College – Cinema, con un totale di 54 Paesi rappresentati. La Giuria del Concorso di Venezia 80 è composta da Damien Chazelle, che è il presidente (regista, sceneggiatore e produttore cinematografico statunitense), da Saleh Bakri, Jane Campion, Mia Hansen-Løve, Gabriele Mainetti, Martin McDonagh, Santiago Mitre, Laura Poitras, Shu Qi.
Doveroso citare i film in concorso: Comandante, film di apertura, di Edoardo De Angelis, con Pierfrancesco Favino, Bastarden (The promised land) di Nikolaj Arcel, con Mads Mikkelsen, Dogman di Luc Besson; La bête di Bertrand Bonello; Enea di Pietro Castellitto, Maestro di Bradley Cooper, Priscilla di Sofia Coppola, Finalmente l’alba di Saverio Costanzo, Lubo di Giorgio Diritti, Origin di Ava Duvernay, The killer di David Fincher, con Michael Fassbender, Memory di Michel Franco, Io capitano di Matteo Garrone, Aku wa sonzai shinai (Evil does not exist) di Ryûsuke Hamaguchi, Zielona granica (The green border) di Agnieszka Holland, Die theorie von allem di Timm Kröger, Poor things di Yorgos Lanthimos, con Emma Stone, Mark Ruffalo, Willem Dafoe, El conde di Pablo Larraín, Ferrari di Michael Mann, con Adam Driver e Penélope Cruz, Adagio di Stefano Sollima, con Pierfrancesco Favino, Toni Servillo e Valerio Mastandrea, Kobieta z… (Woman of) di Małgorzata Szumowska e Michał Englert, Holly di Fien Troch.
“Autori affermati – sostiene Antonio Barbera, direttore artistico della Mostra – che si esprimono al meglio delle loro straordinarie possibilità creative, solidi registi che confermano il loro talento e la capacità di interpretare il presente e le sue inquietudini, esordienti che incalzano le generazioni che li hanno preceduti tracciando nuovi percorsi per il futuro che ci attende, e un numero crescente di donne registe che ci incoraggiano a sperare in una prossima e auspicata parità di genere”. Infine, anche se ci sarebbe tanto ancora da raccontare, sono stati attribuiti alla regista Liliana Cavani e all’attore Tony Leung Chiu-wai i Leoni d’oro alla carriera.
Aggiornato il 27 luglio 2023 alle ore 17:21