Il destino dei festival cinematografici è in bilico. Da Venezia a Telluride, da Toronto a New York. Dopo l’agitazione degli attori di Hollywood, entrati in sciopero per protestare contro il mancato accordo sul nuovo contratto di lavoro, Variety, la storica rivista dello spettacolo statunitense compie una fosca previsione: le kermesse più importanti al mondo sono a rischio. Fran Drescher, oggi bellissima 65enne, nota al grande pubblico come interprete della sit-com La tata (The Nanny), guida la protesta degli attori sotto le insegne del sindacato Sag-Aftra, di cui è presidente. Online circola il video del concitato discorso pronunciato dall’attrice durante la conferenza stampa di giovedì. Drescher definisce “disgustoso” l’approccio dei rappresentanti delle aziende di produzione cinematografica (la Amptp) alla trattativa sul contratto collettivo. Le regole della sigla sindacale impediscono qualsiasi attività promozionale ora che gli attori si sono uniti agli sceneggiatori. Presentare film potenzialmente candidati agli Oscar diventa da ora virtualmente impossibile senza la partecipazione del cast. La Mostra del cinema di Venezia, in programma dal 30 agosto al 9 settembre, sarà il primo banco di prova: tra i film attesi in calendario figurano: Ferrari di Michael Mann, con Adam Driver e Penelope Cruz; Poor Things di Yorgos Lanthimos; Priscilla di Sofia Coppola e poi l’atteso Challengers fuori concorso di Luca Guadagnino, con Zendaya protagonista. “Non vorrei essere nei panni di Alberto Barbera”, ha detto una fonte di Variety riferendosi al direttore artistico della manifestazione.
“Gli attori – ha osservato un’altra fonte – sono il motore di Venezia. Senza di loro si perde il glamour”. All’indomani di Venezia segue a ruota Telluride. Il festival del cinema in Colorado, che si inaugura il 31 agosto, tradizionalmente non annuncia il cartellone fino alla vigilia. A Telluride non ci sono conferenze stampa. Nulla in teoria perciò vieta agli attori di farsi vedere in città purché non facciano pubblicità ai film, ma le regole annunciate dalla Sag-Aftra pongono altri ostacoli: vietano ad esempio agli studi di pagare per le trasferte del cast e alle star di partecipare a feste organizzate dagli studi. A rischio sarà anche Toronto se il nuovo contratto di lavoro dei 160mila iscritti alla Sag-Aftra non sarà firmato in tempo: la quarantottesima edizione è in calendario dal 7 al 17 settembre. Se poi l’agitazione dovesse continuare in autunno sarebbe nei guai anche il New York Film Festival che ha già annunciato May December di Todd Haynes per la serata di apertura. Un gruppo non impattato dallo sciopero è quello dei registi: la Directors Guild of America ha chiuso il nuovo contratto con gli studi, ma basterà la presenza di figure come Mann e Lanthimos per attirare da soli l’attenzione dei media? Internamente, secondo Variety, molti executive stanno valutando se rinviare le uscite nella convinzione che senza lo star power degli attori le loro produzioni rischiano di passare inosservate. L’eventualità è assolutamente evidente.
Aggiornato il 15 luglio 2023 alle ore 12:37