Mission: Impossible Dead Reckoning (Parte uno): è sempre un piacere

Domani uscirà nelle sale il settimo capitolo della saga Mission: Impossible – Dead Reckoning – Parte Uno con l’inossidabile Tom Cruise. Anche questa volta insieme al regista Christopher McQuarrie l’agente Ethan Hunt gira il mondo per affrontare quello che forse è il nemico più subdolo e pericoloso col quale potrà confrontarsi (e non scontrarsi, si badi). E con lui la solita combriccola composta da Luther-Ving Rhames, Benji Dunn-Simon Pegg, Ilsa Faust-Rebecca Ferguson, la Vedova bianca-Vanessa Kirby, Kittridge-Henry Czerny.

La new entry per questa pellicola è Grace interpretata da Hayley Atwell, una ladra che guarda caso diventa protagonista del film insieme agli altri. Siamo alla Parte uno quindi già sappiamo che, per quanto possiamo aspettare, dopo i 163 minuti di proiezione potrebbe esserci il rischio di non uscire soddisfatti dalla sala. Per quel che mi riguarda, vi posso rassicurare, anzi.

Come il genere vuole, siamo di fronte a una pellicola ricca di azione, di ironia, con attori bravi e ormai rodati nelle loro rispettive parti. Cruise è invecchiato, ma come il vino (beato lui!), la trama si adatta ai tempi e oltre ai soliti nemici-cattivi, il nuovo antagonista è l’AI. Un film che funziona, tiene incollati alla poltrona, tensione, umorismo, colpi di scena, soprattutto questioni attuali che rischiano di farci preoccupare o quantomeno di farci venire qualche dubbio.

MI7 ci fa girare il mondo: dagli Emirati Arabi alla Norvegia, da Roma a Venezia. Scene mozzafiato nei vicoli vicino a Trinità dei Monti, accanto al Colosseo, inseguimenti su via dei Fori Imperiali, sparatorie, fughe, corse contro il tempo e più di tutto, forse, la questione della verità.

Infatti, in questo capitolo della saga un tema interessante riguarda la capacità dell’Intelligenza artificiale di imparare in autonomia a manipolare dati e informazioni, creando quindi, una nuova/alternativa verità sui fatti. La questione della verità manipolata dagli esseri umani ormai è superflua vedendone di cotte e di crude, specie negli ultimi anni. Quello che lascia perplessi è – ovviamente – il dubbio che “se un giorno dovesse accadere veramente?”.

Quanto l’intelligenza umana, che abbiamo visto essere molto labile sui fatti, sul sapere scientifico, sui metodi di indagine, sulla condivisione delle informazioni, sull’autenticità delle fonti, sulla censura, sulla verità, sarà in grado di conoscere?

E infatti Luther a un certo punto esclama che “la verità sta svanendo”. Nella pellicola tutto si riduce a una chiave, simbolo per eccellenza. Una chiave doppia (che nel film, non a caso, ha forma di croce), in cui le due metà, messe insieme, si riconoscono e permettono di agire.

Aggiornato il 11 luglio 2023 alle ore 18:58