Il male assoluto sullo schermo è l’ultimo lavoro di Giuseppe Mele, autore dai molti talenti, che esprime le sue audaci intuizioni con numeri, tabelle, minuziosa filmografia numerata fino al 495 e neologismi come a contrastare la neolingua imposta del politically correct.
Persino l’indice anticipa uno spericolato percorso di lettura che vale come un giro nella giostra della storia ed anzi, cerca di ricomporne l’intero luna park con attrazioni futuribili.
Sul finale si “autocensura” con le sue conclusioni malevole, che in realtà uniscono solo i punti che ha prima disseminato in ordine sparso: “Il Male assoluto è il peggior incubo ed il miglior sogno”.
L’Olocausto fu preceduto da orrori superiori in quantità di massacro umano e seguito in Africa e Europa orientale dagli orrori della pulizia etnica e religiosa, più i comunismi e fascismi a vario titolo e longitudini. Anche qui, dovrebbe valere una puntuale contestualizzazione per non prestare troppo il fianco alla Cancel culture che fa le pulci alla storia solo come atto finale di distruzione di quel sistema valoriale che era speculare all’Olocausto.
L’autore ci accompagna nei gironi della filmografia e, in generale, della rappresentazione mediale occidentale, che ha trasfigurato il Male assoluto fino alla sua definitiva confusione: tra la presa d’atto che la Shoah fu una scoperta tardiva della medialità (anni 60/70) e che all’America del dopoguerra interessò più, che il ricordo dello sterminio, la vittoria catartica sul nazismo.
Visioni fantastiche dal “naziqualcosa”, ai Sauron, agli ormai attesi Ufo.
È nella dualità di questo mondo, che senza il Male non ci può essere il Bene ed è proprio nella confusione e contrapposizione di più sistemi valoriali che riconoscere quello Assoluto può far un’umanità più consapevole nella scelta: dove il bene è la Libertà e il Male è far paura.
E allora, “Specchio dimmi, chi è il più malvagio in assoluto?”.
Chiudendo il libro (che rileggerò ancora), mi sovviene un’immagine, ripescata nella memoria da docente: 27 gennaio 2021, Giorno della Memoria: adolescenti in classe “invitati” alla visione del film (un must!) “La vita è bella”, proiettato sulla parete dell’aula: finestre aperte, banchi a distanza prescritta, ffp2; sguardi persi nel vuoto. Tutto per il loro bene.
(*) Rete Liberale
Aggiornato il 03 luglio 2023 alle ore 12:24