Pesci Piccoli – Un’agenzia. Molte idee. Poco budget è la prima sitcom firmata dai The Jackal. Il gruppo di autori e attori napoletani, che da anni furoreggia su YouTube e, trasversalmente, sui palinsesti pubblici e privati della tivù italiana, sceglie la forma comica breve per raccontare una nuova storia. Dopo l’infelice prova cinematografica di Addio fottuti musi verdi, uno sketch lungo 93 minuti, la banda approda alla serie tivù targata Amazon. Ciro Priello, Fabio Balsamo, Gianluca Fru e Aurora Leone lavorano in una piccola agenzia di comunicazione che si trova nella periferia di Napoli. Si occupano di ideare, produrre e realizzare campagne pubblicitarie e spot che circolano sui social. L’arrivo di Greta (una convincente Martina Tinnirello), la nuova responsabile, declassata dalla sede centrale alla succursale, innesca nuove dinamiche relazionali all’interno dell’ufficio. Pesci Piccoli, prodotta dagli stessi The Jackal e Mad Entertainment, in collaborazione con Prime Video, è visibile dall’8 giugno sulla piattaforma in streaming. La serie tivù è composta da sei episodi di durata compresa tra i ventisei e i ventinove minuti ciascuno. Ideata da Francesco Ebbasta e Alessandro Grespan e diretta dallo stesso Ebbasta, la sitcom è scritta dai due autori insieme a Luca Vecchi e Stefano Di Santi. Non possono mancare, come in tutte le commedie televisive di questi tempi, le presunte stelle dello spettacolo: l’attore Herbert Ballerina (divertente e lunare come sempre), il cantante Achille Lauro (irritante, come sempre), il conduttore tivù Giovanni Muciaccia (umile), il comico Gabriele Vagnato (evanescente). Ma sono presenti anche attori che hanno già lavorato coi The Jackal, come Angelo Spagnoletti, Amanda Campana e Anna Ferraioli Ravel. Dei quattro interpreti principali, la scrittura sacrifica Ciro Priello. Il suo personaggio è permeato da un imbarazzante horror vacui, al limite dell’idiozia. Fabio Balsamo (il migliore del gruppo) appare quasi frenato. Sia nelle gag che nella sua proverbiale ironia. I personaggi più definiti sono quelli affidati al cinico Gianluca Fru e alla determinata Aurora Leone.
La serie può vantare un merito oggettivo: la pratica dell’autoironia. A partire dai debiti (plagi), dichiarati sin dal titolo, verso le serie tivù Call My Agent – Italia e, soprattutto The Office, Pesci piccoli racconta l’inadeguatezza che si vive sul posto di lavoro. La serie sceglie volutamente il basso profilo, mettendo alla berlina i tiktoker, gli influencer e gli hater. Figure di saltimbanchi di dubbie qualità che popolano l’universo della Rete. Allo stesso tempo il racconto audiovisivo celebra nella dimensione pubblica, il lavoro di squadra: dal karaoke del venerdì ai balletti su TikTok, fino alla teca collettiva delle merendine. Mentre, nella sfera privata, affronta la lacerazione dell’abbandono, della fine di un amore, dell’incomprensione dei sentimenti. Pesci piccoli, nonostante le lodevoli intenzioni e qualche spunto interessante, appare come un’opera acerba che denuncia poco mordente. Un coraggio maggiore nell’aspetto più importante, quello comico, avrebbe giovato. Ma gli autori hanno preferito puntare sulla tenerezza, sulla simpatia, sullo spirito di gruppo. Così, il giudizio sulla serie tivù rimane sospeso. In attesa di nuovi sviluppi che approfondiscano i personaggi. In una seconda stagione.
Aggiornato il 16 giugno 2023 alle ore 19:13