Narrano le cronache romane quando lo starnazzare delle oche salvò Roma dall’assedio dei Galli. I libri, per Aldo Canovari, erano come quelle oche: vigili sentinelle contro l’assedio del sonno della ragione.
A loro dedicò la principale delle collane della sua casa editrice, la Liberilibri, per raccogliere, come amava dire, “opere di ogni tempo che rappresentano contributi rilevanti per il faticoso cammino delle libertà dell’individuo”. Negli anni, si aggiunsero altre collane: il Monitore Costituzionale, una raccolta di documenti fondamentali, autentici pilastri del costituzionalismo moderno, dalla Magna Carta alle più recenti dichiarazioni dei diritti; Hic sunt leones, in collaborazione con l’Istituto Bruno Leoni, per dar voce ad alcune inesplorate “eresie” del pensiero liberale e libertario; ma anche raccolte di romanzi, racconti, pièces e altre espressioni narrative e visive (Narrativa, Circo, Altrove).
Canovari era un rabdomante del pensiero liberale classico. Con i suoi libri dedicati al pensiero liberale e liberista, non voleva necessariamente convincere i lettori, ma offrire un punto di vista diverso, ostracizzato presso l’opinione pubblica e bandito dalla politica italiana.
Se, come ha scritto Milton, chi distrugge un buon libro uccide la ragione stessa, si può dire di Canovari il contrario: chi dà vita a un buon libro perpetua e rinnova la ragione. Al di là delle convinzioni. Il suo è stato un impegno editoriale e letterario ma anche, absit iniuria verbis, politico. È stato il suo modo, a volte rassegnato a volte amareggiato ma spesso anche divertito, di seminare il terreno di idee a nostro avviso ottime, ma in ogni caso utili a un dibattito più plurale, più aperto, più consapevole sui temi della libertà e del rapporto con l’autorità.
Questa settimana, l’Istituto Bruno Leoni, grazie alla disponibilità dei suoi familiari, ha pubblicato un suo discorso inedito, e mai pronunciato, che scrisse in occasione del congresso del partito liberale del 1988. Proporlo, come abbiamo scritto in premessa, non è solo un atto di omaggio a Canovari. Il discorso merita di essere letto e diffuso perché, a distanza di 35 anni, mantiene intatta la forza di un manifesto liberale, dove non solo si denuncia la ricorrente tendenza dei liberali “ad apparire il meno possibile” tali, ma si propone una rotta alternativa, di coerenza e rigore. In questi mesi è tornata vivace la discussione su cosa voglia dire essere conservatori. In queste pagine ci sono alcune righe dedicate anche a questo, le quali – nella loro concisione – fanno chiarezza rispetto alle verbose quanto ridondanti discussioni a cui stiamo assistendo.
Di questo parleremo, in ricordo di Canovari, il primo giugno, in occasione di un evento on-line insieme a Raimondo Cubeddu (Senior Fellow Ibl), Luigi Scarfiotti (imprenditore e presidente di Liberilibri) e Michele Silenzi (direttore editoriale di Liberilibri).
(*) Fellow Ibl
Aggiornato il 29 maggio 2023 alle ore 17:36