Aldo, Giovanni e Giacomo, stavolta, non convincono. Dopo la precedente buona prova di Odio l’estate (2020), il loro ultimo film, Il grande giorno diretto sempre da Massimo Venier e prodotto da Agidi due e Medusa, doveva rappresentare la definitiva consacrazione del trio di attori. Il salto di qualità definitivo. Il passaggio dall’opera comica alla commedia. Una commedia corale, in questo caso. Ma il risultato, purtroppo, è molto al di sotto delle attese. La sceneggiatura, scritta dagli stessi interpreti insieme al regista, porta la firma anche di Davide Lantieri e Michele Pellegrini. Ma il copione si concentra sulle dinamiche di coppia e dimentica, “normalizzandoli” i tre grandi comici. Capaci, comunque, di suscitare la partecipazione di un pubblico numeroso. Non a caso, dopo la felice distribuzione in sala della stessa Medusa, il film approda su Prime Video, decretando nuovi successi. Ma non è dagli incassi che si giudica un film.
Il grande giorno racconta la storia di un matrimonio. I protagonisti sono Caterina (Margherita Mannino) figlia di Giovanni (Giovanni Storti) ed Elio (Giovanni Anzaldo), figlio di Giacomo (Giacomo Poretti). La giovane coppia decide di sposarsi in uno splendido scenario, una lussuosa villa che si trova su un’isola del lago di Como. Giovanni e Giacomo sono amici da sempre. Insieme hanno dato vita a un’azienda che fabbrica divani. I caratteri dei due ribaltano la caratterizzazione che negli anni lo spettatore ha conosciuto. Per cui, il pignolo e tirchio è Giacomo. Mentre Giovanni è delineato come un personaggio generoso e sognatore. Valentina (Elena Lietti), moglie di Giovanni e Lietta (Antonella Attili), moglie di Giacomo sopportato i mariti con stoica pazienza. La brigata che si occupa del catering e dell’organizzazione del matrimonio è governata da un puntiglioso maître (Pietro Ragusa). Tutto procede con placida routine fino a quando irrompe sull’isola irrompe la fascinosa ex moglie di Giovanni, Margherita (Lucia Mascino), accompagnata dal nuovo compagno, Aldo (Aldo Baglio), un siciliano caloroso, dotato di un carisma indubbiamente naif. A quel punto, la tre giorni dedicata al matrimonio diventa una festa dagli esiti tragicomici.
L’idea iniziale del film, già vista al cinema numerose volte (dal classico Hollywood party di Blake Edwards al più recente C’est la vie – Prendila come viene di Olivier Nakache e Éric Toledano), risulta buona. Le difficoltà si palesano nella costruzione della storia, nello sviluppo delle dinamiche interne alla coppie e, soprattutto, nella relazione fra i tre comici. Il punto debole del lungometraggio si ravvisa proprio nell’assoluta mancanza di complicità che regna tra Aldo, Giovanni e Giacomo. La loro comicità nasce, da sempre, dai tormentoni e dalle reiterate e assurde contrapposizioni. Inserire i loro personaggi in una commedia corale agrodolce denuncia la totale incompiutezza del progetto. Si ride poco e molto raramente. Le motivazioni di tutti i personaggi appaiono poco plausibili. Irreggimentare l’anarchia comica dei tre attori in un film dallo sviluppo classico si traduce in un’imperdonabile mortificazione del talento.
Aggiornato il 29 maggio 2023 alle ore 09:04