André Komatsu in mostra alla Galleria Continua di Roma

Arriva a Roma per la prima volta, all’interno del prestigioso albergo St. Regis Rome, una mostra personale di André Komatsu, considerato un interessante artista internazionale della giovane generazione di artisti brasiliani. Diverse le esposizioni nella sua carriera: Bronx Museum di New York, Drawing Room di Londra, Padiglione del Brasile alla 56a Biennale di Venezia, Museo d’Arte di San Paolo, fino all’ultima Triennale di Aichi in Giappone. A Roma fino al 16 giugno, lo vedremo con l’esposizione Abyss/Abismo, composta da una serie di opere originali realizzate per questa personale e con l’intenzione di coinvolgere lo spettatore in un viaggio immersivo.

“Il concetto di Abisso è qualcosa che non saremo mai in grado di conoscere fino in fondo, un concetto che apre alla possibile esistenza di altre realtà, utopiche, distopiche”, dice Komatsu il quale indica come fonte d’ispirazione l’opera di Yves Klein Salto nel vuoto. Gli oggetti e i materiali che compongono la sua cifra artistica sono inviti alla resistenza sociale e all’appropriazione di un territorio; le sue opere da un lato tendono a una condizione di equilibrio, dall’altro lo negano in uno spostamento tra energia creativa ed entropia.

Nella sala centrale della galleria sono sistemati diversi dipinti, esperimenti recenti dell’artista intitolati Sobre amanhã alvorada (Sull’alba di domani). Il titolo s’ispira a una frase che l’artista ha trovato nel settimanale Manchete, una vecchia rivista che parlava di Brasília e della costruzione del sogno di renderla una nuova capitale portatrice di modernità per un Brasile al passo coi tempi. In riferimento alla situazione in Brasile durante la pandemia, tra crisi sanitaria, politica, economica e sociale, Komatsu usa materiali comuni come frammenti, oggetti abbandonati, macerie: usa quindi questo nuovo approccio per fare arte che diviene strumento di indagine e racconta che “in quel momento tutti stavano vivendo una grande distopia dovuta sia al covid che alla situazione politica. In un certo senso, ricordo il realismo e la pittura di genere realista. Un momento in cui gli artisti, i pittori iniziano a ritrarre il quotidiano: non più la borghesia, non più il clero, ma iniziano a ritrarre l’ordinario”.

Aggiornato il 05 maggio 2023 alle ore 12:20