Il “delitto di Giarre” nell’esordio alla regia di Beppe Fiorello

Stranizza d’amuri, opera prima di Giuseppe Fiorello alla regia, nelle sale cinematografiche dal 23 marzo scorso e presentato in anteprima al Lovers Film di Torino il 18 marzo, è stato girato nella sua terra di origine, la Sicilia. È rappresentata una terra dalla natura imponente, piena di paesaggi suggestivi e rigogliosi, dove si percepisce la tranquillità dei luoghi, la frescura e la bellezza dei ruscelli, la forte presenza del sole, che rende le immagini particolarmente vive e luminose, in cui sembra di percepire persino il vento e lo scorrere del tempo. Il tutto rende i luoghi magici. Tra le ambientazioni riprese nelle scene del film, che fanno da sfondo alle vicende vissute dai protagonisti, si riconoscono Giarre, ma anche Noto, Marzamemi, Ferla, Buscemi, Priolo e Pachino. Il racconto ha origine da un fatto di cronaca nera, realmente accaduto in Sicilia nel 1980: due giovani siciliani, il venticinquenne Giorgio Giammona ed il quindicenne Antonio Galatola scomparsi nel nulla a Giarre (provincia di Catania) verranno ritrovati uccisi con le mani intrecciate tra loro con al loro fianco un bigliettino, in cui c’era scritto “ce ne andiamo perché non sopportiamo più le offese, le ingiurie”, e una pistola. La loro storia d’amore, era nota a tutti nella cittadina in quanto l’avevano vissuta alla luce del sole, liberamente, motivo per il quale i ragazzi erano stati anche spesso dileggiati.

Dalle indagini della magistratura si è poi saputo che l’episodio fu in realtà un duplice omicidio commesso il 31 ottobre 1980. Da allora, “il delitto di Giarre” è divenuto fondamentale nella storia del movimento di liberazione omosessuale italiano. Nella finzione filmica, la vicenda di Gianni e Nino è ambientata nel giugno del 1982, mentre l’Italia stava per vincere i Mondiali di calcio, con i ruoli interpretati rispettivamente da Gabriele Pizzurro e Samuele Segreto. La loro relazione affettiva è raccontata in modo del tutto naturale, poeticamente, perché tra loro c’era vero amore, colpevoli solo di amarsi. Il tutto è affrontato con la giusta dose di misura ed equilibrio. Il film è tecnicamente girato bene, emoziona, e anche l’interpretazione da parte dell’intero cast è convincente: particolarmente apprezzabile quella dei ragazzi e delle mamme (Fabrizia Sacchi nella parte della madre di Nino e Simona Malato nel ruolo della madre di Gianni). In occasione dell’uscita del film, Giuseppe Fiorello ha dichiarato: “In questi giorni sto scoprendo il mio film attraverso gli occhi degli altri e il racconto del pubblico. Riscopro le cose che ho fatto sotto un altro aspetto, un’altra narrazione, altre emozioni”.

La sensibilità e l’impegno sociale dell’artista sono fuori discussione. Aveva, infatti, già raccontato in una fiction, circa vent’anni fa, la storia di Daniele Barillà, innocente in carcere per dieci anni, così come innocenti, sono i due ragazzi della vicenda: “Volevo riportare luce su Tony e Giorgio, quei due ragazzi di Giarre, innanzitutto per ricordarli. Il film è dedicato a loro due. Purtroppo di questi fatti ne accadono tantissimi. Sono quelle discriminazioni che conosciamo meno, che ci fanno arrivare in ritardo perché non le conosciamo e si consumano all’interno delle famiglie. Per questo nasce anche un progetto bellissimo: ragazzi accolti dal progetto “Arcobaleno”, che accolgono ragazzi e ragazze brutalmente cacciati dalla loro famiglie; non riconosciuti dalla famiglie perché non accettano il loro essere, perché l’omosessualità non è una scelta, è un essere”. La dolorosa vicenda del film, che prende il titolo dalla nota canzone di Franco Battiato, è ben accompagnata, con delicatezza ed empatia, dalla musica della colonna sonora firmata, insieme a Leonardo Milani, da Giovanni Caccamo, musicista molto legato al grande cantautore siciliano.

Aggiornato il 15 aprile 2023 alle ore 11:13