Domani debutta alla Scala “Lucia di Lammermoor”

Alla Scala arriva domani Lucia di Lammermoor in versione integrale.  L’opera di Gaetano Donizetti, con la regia del greco Yannis Kokkos, la bacchetta del direttore musicale Riccardo Chailly e un cast stellare capitanato da Juan Diego Florez e Lisette Oropesa doveva inaugurare la stagione del 7 dicembre 2021. Ma a pochi giorni dal debutto (previsto in diretta Rai ma senza il pubblico a causa delle norme per la pandemia) tutto è saltato per un focolaio di Covid. Sul momento l’opera è stata sostituita con un gala di stelle della lirica, ma il progetto è rimasto ed ora va in scena per otto repliche. Si può dire che per la prima volta la Scala ha anche una inaugurazione di primavera (con tanto di diretta differita su Rai 5). Chailly ha molto creduto in questa Lucia di Lammermoor, che sarà eseguita nell’edizione critica di Gabriele Dotto e Roger Parker rivista nel 2021, ripristinando alcune scene che normalmente vengono tagliate, in modo da far comprendere appieno i personaggi e il ruolo drammaturgico, ad esempio, di Enrico (Boris Pinkhasovich al debutto scaligero) e di Raimondo (interpretato da Michele Pertusi e in tre repliche da Carlo Lepore, chiamati quasi all’ultimo a sostituire Ildebrando D’Arcangelo).

“Si capisce il loro ruolo essenziale, di razionalità”, ha spiegato il maestro, parlando anche delle “33 battute nuove nel primo e terzo atto” di un recitativo prima dell’aria della pazzia di Lucia e l’essenzialità della glassa armonica, strumento con bicchieri riempiti d’acqua che Donizetti aveva inserito per la prima del San Carlo nel 1835 (all’epoca tolta prima del debutto per un dissidio fra il teatro e chi doveva suonarlo e poi da fine Ottocento sostituito “dalla cadenza con flauto mai concepita da Donizetti ma inserita per la cantante Nellie Melba”). “Quest’opera richiede la continuità musicale” ha aggiunto. E questa ha voluto garantire il regista. È importante la continuità dell’insieme dell’opera con inizio e fine fatale – ha proseguito Kokkos – questo non è un melodramma, ma veramente teatro. All’inizio vediamo che tutto sarà catastrofe e alla fine vediamo la distruzione totale”. Il tutto in una ambientazione fuori dal tempo perché “il pubblico non deve pensare a quando è ambientata”, con “l’espressionismo che entra nella testa di Lucia che è anche una evoluzione estetica”.

Aggiornato il 12 aprile 2023 alle ore 17:15