La vastissima e variegata produzione di Pier Paolo Pasolini è nota soprattutto per i romanzi, le poesie, i film, i suoi scritti sulle colonne di diversi giornali, mentre è molto poco considerata quella pittorica, che, invece, rappresenta un aspetto essenziale per ricostruire la sua biografia intellettuale. Indubbiamente una seria valutazione della sua pittura è centrale per arrivare a una piena comprensione della poetica pasoliniana, se si considera che, nella sua giovinezza, l’arte figurativa era un’attività predominante, tant’è che al suo amico Luciano Serra, in una lettera del 1941, confessava: “Io leggo poco, dipingo molto. Ho raggiunto una mia maniera. Spero di continuare in questa maniera, senza stupidi mutamenti da dilettante”. A colmare questa lacuna è intervenuta nell’ambito delle celebrazioni del centenario della nascita di Pasolini (1922-2022) l’interessantissima mostra Pasolini pittore, curata da Silvana Cirillo, Claudio Crescentini, Federica Pirani e allestita negli spazi della Galleria d’arte moderna (via Francesco Crispi, 24) su iniziativa del Comune di Roma e della Sovrintendenza capitolina, che per il successo ottenuto è stata prorogata al 4 giugno. Il percorso di Pasolini pittore è anche accompagnato da un catalogo (Silvana editoriale, 368 pagine, 29 euro) realizzato dagli stessi curatori della mostra.
La selezione delle opere esposte, alcune delle quali rese pubbliche per la prima volta, permette di percorrere, a partire dagli anni Quaranta, le diverse tappe della vita di Pasolini, da Casarsa a Roma, con i luoghi, i familiari e le amicizie, nonché la correlazione della pittura con la sua produzione letteraria e cinematografica. L’originalità pittorica di Pasolini è fortemente contrassegnata dal neorealismo nella scelta dei soggetti, con un tratto grafico e cromatico che richiama l’impressionismo. Con questo stile inconfondibile risaltano le sue opere, tra le quali particolarmente suggestive sono gli autoritratti e i ritratti della madre Susanna Colussi, del cugino Nico Naldini, degli attori a lui cari come Ninetto Davoli, Franco Citti, Maria Callas, Laura Betti, di amici come Andrea Zanzotto ed Ezra Pound. Emerge dai disegni e dai dipinti di Pasolini una ricerca, formale e tecnica, che prelude le immagini e le composizioni sceniche dei suoi film.
La mostra propone un percorso ben ragionato, che rende maggiormente godibile e accessibile l’articolazione dell’opera pittorica, grazie all’inserimento di spazi dedicati a interviste televisive o radiofoniche e materiale filmico, che permettono di cogliere il senso della sua poetica attraverso le stesse parole di Pasolini: “Ogni opera di poesia è fondamentalmente innovativa e quindi scandalosa e il borghese teme soprattutto come la peste l’innovazione e lo scandalo: egli è conservatore quando non è reazionario. Se il tuo desiderio di imparare è autentico e duraturo, tu ti trovi forse nel momento più bello della vita, ricordo quando è toccato a me, che giornate”. Infine, come appendice, i curatori della mostra hanno, opportunamente, inserito una sezione dedicata alle opere degli artisti (Carlo Carrà, Filippo de Pisis, Giorgio Morandi, Mario Mafai, Scipione e Antonietta Raphäel, Franco Gentilini, Renato Guttuso, Carlo Levi, Renzo Vespignani, Manzoni e, soprattutto, Fabio Mauri) amici di Pasolini, allo scopo, ben riuscito, di descrivere l’atmosfera culturale in cui si andava svolgendo la sua ricerca estetica e linguistica.
Aggiornato il 03 aprile 2023 alle ore 16:50