Should I Stay or Should I Go , la canzone dei “The Clash” scritta da Mick Jones nel 1981 che racconta della relazione personale tra due cantanti, presto finita, riflette il dilemma se continuare o concludere la storia così come il film di Sarah Polley “Women Talking ”, vincitore del premio Oscar per la miglior sceneggiatura non originale , incentrato sulla decisione delle donne di una colonia religiosa tra restare o andare via .
Frances McDormand che ha prodotto il film – fin dal 2020 ha evidenziato il suo interesse per questo adattamento dell'omonimo romanzo della canadese Miriam Toews scritto e diretto magistralmente da Sarah Polley – interpreta anche una piccola parte nel ruolo di Scarface Janz.
La storia si sviluppa tra le donne di una comunità mennonita (una delle tante chiese anabattiste) di stampo patriarcale che rivelano un accadimento scioccante: gli uomini le addormentavano con un anestetico per mucche per poi violentarle . Gli uomini che erano stati arrestati, stanno per essere rimessi in libertà ed è a questo punto che le donne si pongono il dilemma di restare e combattere oppure andare via : riunite in assemblea, nell'arco di due giorni, valutano i pro ed i contro .
Le donne propongono una dichiarazione che spieghi come dovrà essere la colonia dopo aver vinto la battaglia: “Uomini e donne prenderanno ogni decisione per la colonia collettivamente, alle donne sarà concesso pensare, le bambine impareranno a leggere ea scrivere, a scuola sarà affissa una mappa del mondo per cominciare a capire quale sia il nostro posto, una nuova religione tratta dall'antica ma incentrata sull'amore verrà creata dalle donne della colonia”.
Nel corso dell’assemblea prendono coscienza di molte cose: “Sappiamo che ci hanno aggredito degli uomini, non dei fantasmi o Satana come ci hanno indotti a pensare cosi a lungo”. Si interrogano, quindi, se sia possibile che tutti, uomini e donne siamo vittime delle circostanze che la colonia stessa ha creato ed “allora che la Corte li dichiari colpevoli o innocenti, loro sono dopotutto innocenti. È della sete di potere degli anziani la colpa”.
E su queste basi faranno la loro scelta incamminandosi verso nuovi orizzonti.
Un solo uomo è con loro, August, un giovane, saggio, colto e laureato rientrato nella comunità allo scopo di poter insegnare ai bambini. Sua madre aveva contestato il potere, le regole della comunità fatte in nome di Dio ed aveva incoraggiato la ribellione. Amico d’infanzia di una delle donne, Ona, anche lei incinta a causa delle violenze, vorrebbe fare di più per lei prendendosi cura del suo futuro bambino ma Ona spenge le sue attenzioni: “Se fossi sposata non sarei più me stessa: così la persona che ami non ci sarebbe più”.
Un cast d'eccezione e la regia hanno permesso di ascoltare con attenzione la profondità dei dialoghi delle donne senza mai annoiare nonostante che tutta la storia si sia svolta quasi interamente all'interno di un fienile. Tra gli attori, emergono: Rooney Mara (Ona), Judith Ivey (Agata), Claire Foy (Salome), Jessie Buckley (Mariche), August Winter (Melvin), Shayla Brown (Helena), Kira Guloien (Anna), Ben Whishaw (Agosto).
Il film è un invito a pensare sulla condizione e le conquiste delle donne nel mondo e non è un caso che sia stato distribuito nelle sale, in Italia, a partire proprio dall'8 marzo, giornata internazionale delle donne.
Aggiornato il 23 marzo 2023 alle ore 16:18