Visioni. “Il futuro in un bacio”, un film romantico riuscito a metà

Un approccio originale che si conclude in maniera convenzionale. Il futuro in un bacio (Eres tú), opera seconda della regista spagnola Alauda Ruiz de Azúa (il suo film d’esordio è il drammatico Lullaby), è una commedia romantica popolata da trentenni in crisi che vivono in una Madrid dalle atmosfere alleniane. Prodotto da Zeta Studios, in collaborazione con Netflix e Sound Troop, il lungometraggio sta furoreggiando sulla piattaforma in streaming dal 3 marzo scorso. L’incipit della storia è indubbiamente folgorante. Ma il racconto, seppure di breve durata, vede impegnati una serie di personaggi poco delineati. Purtroppo, la narrazione scivola verso un finale prevedibile. Il film mette in scena la storia di Javier (un legnoso Álvaro Cervantes), proprietario di una piccola e orgogliosa casa editrice, che possiede un dono speciale: grazie al primo bacio, vede letteralmente, l’esatto andamento di una relazione sentimentale. La situazione diventa impossibile quando bacia Lucia (una magnetica Silvia Alonso), la compagna di Roberto, il suo miglior amico (un impacciato Gorka Otxoa). L’esito della sua “visione” è assolutamente positivo. Intanto, nella vita di Javier irrompe anche Susana, una giovane che esprime una straordinaria vitalità (una sensuale Susana Abaitua).

Il futuro in un bacio prende le mosse mostrando un’idea originale dalle innumerevoli potenzialità. Ma lo spunto narrativo non viene compiutamente sfruttato. Il “potere” non va al di là di una sintetica sequenza di montaggio sugli esiti incerti di una storia d’amore. Cervantes, suo malgrado, si ritrova a interpretare un personaggio che appare fin troppo compiaciuto. Nella sua “condanna” non si ravvisa alcun tormento, men che meno autoironia. In verità, almeno un paio di domande risultano obbligate: perché tutte cercano Javier? Quale carisma nascosto affascina le bellissime donne che incontra? Il mistero è servito. La storia non approfondisce fino in fondo le conseguenze delle sue “visioni”. Il copione firmato da Cristóbal Garrido e Adolfo Valor punta ad affibbiare un destino incerto al protagonista. La scrittura alla fine cede a una conclusione tradizionale. D’altro canto, le protagoniste femminili Silvia Alonso e Susana Abaitua appaiono, senza dubbio, l’aspetto più riuscito del film. Sostengono il racconto. Rappresentano due personaggi interessanti e felicemente opposti. In particolare, il personaggio di Susana, aspirante attrice e performer, dall’aspetto fisico al colore dei capelli, dalla frenesia alla dolcezza disarmata, omaggia apertamente la bizzarria della Clementine di Kate Winslet di Se mi lasci ti cancello (Eternal Sunshine of the Spotless Mind), il capolavoro di Michel Gondry. Anche l’amicizia virile tra i due uomini, Javier e Roberto, avrebbe meritato più cura e uno spazio maggiore. Peraltro, i personaggi secondari, dallo stesso Roberto alla scrittrice in crisi Sonsoles (una caricaturale Pilar Castro) costituiscono un mero contorno al triangolo amoroso alla base della commedia. La colonna sonora firmata da Ivan Palomares sottolinea, in punta di piedi, i giorni felici di Javier e Lucia. Alcune scene del film ricordano le sequenze romantiche di Io e Annie di Woody Allen, senza trascurare i rimandi ai più contemporanei film newyorkesi di Noah Baumbach. Il futuro in un bacio è senza dubbio un film gradevole. Anche se dopo la visione si avverte nettamente la sensazione di un appuntamento mancato. Di un’operazione riuscita a metà.   

Aggiornato il 10 marzo 2023 alle ore 20:07