Nasce a Roma il 7 marzo 1908. La madre è di origini romagnole. Il padre è calabrese ma lei non lo conosce. La madre si trasferisce ad Alessandria d’Egitto e lascia la figlia alle affettuose cure delle cinque zie. Non completa le medie superiori ma studia il pianoforte. Trascorre in Egitto un periodo di tempo con la madre che ha sposato un ingegnere tedesco. Ritorna in Italia e nel 1923 si iscrive alla scuola di recitazione Eleonora Duse (che diventerà l’Accademia d’Arte Drammatica) presso l’Accademia di Santa Cecilia. Entra nella compagnia teatrale di Dario Niccodemi negli anni 1929-1932. Recita con Stoppa, Aldo Fabrizi e Totò.
Passa alla rivista con i fratelli De Rege nel 1934 dopo aver lavorato con Totò da “Orlando Furioso” a “Che ti sei messo in testa?”. Lavora con Ave Ninchi e Gino Cervi. Entra nel 1934 nel mondo del cinema con il film “La cieca di Sorrento” dove recita una piccola parte. Sposa nel 1936 il regista Emilio Alessandrini che lascia per Massimo Serato nel 1942. Dall’unione nasce il figlio colpito dalla poliomielite con il quale avrà un rapporto profondo. Il percorso artistico, caratterizzato da bravura e costanza, prosegue nel 1941 nella rivista con Totò. De Sica la fa recitare nel film “Teresa venerdì” facendo emergere in lei notevoli capacità comiche. Chiude i rapporti con Massimo Serato.
Si lega a Roberto Rossellini che le farà raggiungere la notorietà mondiale con il film “Roma città aperta” del 1945. Recita con Aldo Fabrizi nel ruolo di una donna che non si arrende mai. La pellicola drammatica, girata con pochi mezzi, le vale il primo Nastro d’argento per la sua recitazione di popolana furiosa, addolorata e scarmigliata. La protagonista Sora Pina, che insegue il camion dei nazisti, sarà per sempre l’icona del neorealismo cinematografico italiano. Sempre nei panni di una donna del popolo combattiva recita nel film “L’onorevole Angelina” con la regia di Luigi Zampa nel 1947 e con il quale riceve il secondo Nastro d’argento. Rossellini la lascia per Ingrid Bergman. Recita nel film “Vulcano” del regista William Dieterle. Nel 1948 ottiene il terzo Nastro d’argento recitando al telefono il ruolo della donna abbandonata dal proprio compagno nell’episodio “La voce umana” nel film “L’Amore” con la regia di Rossellini.
Anna Magnani sceglie attentamente i ruoli che sono sempre ispirati a donne del popolo molto combattive che non si arrendono mai, agli umili che vivono duramente ma che cercano di non farsi soggiogare dagli eventi avversi. Interamente girato a Cinecittà, nel 1952 lavora al suo primo film a colori “La carrozza d’oro” diretto da Jean Renoir. Anna Magnani, nominata Nannarella, scopre le sue forti doti drammatiche con il film “Bellissima” nel ruolo di una madre ansiosa che cerca di far vincere sua figlia piccola e piuttosto bruttina un concorso per accedere al cinema. Il regista è Luchino Visconti, il film è del 1951. Con questo film ottiene il quarto Nastro d’argento.
Inizia il periodo americano per la bravissima attrice intorno al 1954-55. Pone in luce la tipicità di donna mediterranea. Con il film “La rosa tatuata” le viene assegnato il premio Oscar il 22 marzo del 1956. È la prima attrice italiana a ricevere questo riconoscimento mondiale e riceve anche il Golden Globe. Lo scrittore Tennessee Williams, autore del libro da cui è tratto il film, le insegna la lingua inglese per farla recitare durante la navigazione verso l’America.
Con il film “Selvaggio è il vento” (“Wild Is the Wind”), diretto da George Cukor del 1957, l’attrice concorre al secondo premio Oscar. Con questo film comunque ottiene un Orso d’argento al Festival di Berlino e un primo David di Donatello. Recita nel film “Nella città l’inferno” di Renato Castellani, del 1958 con Giulietta Masina ambientato in un carcere e ottiene il secondo David di Donatello.
Non accetta di recitare nel film “La ciociara” per il quale Sofia Loren riceve il premio Oscar. Continua il suo momento “americano” con il regista Sidney Lumet come protagonista assieme a Marlon Brando nel film “Pelle di serpente”. Nel 1960 recita sotto la guida di Mario Monicelli nel film “Risate di gioia” assieme a Totò amico di lunga data. Pasolini nel 1962 la chiama a recitare nel film “Mamma Roma” che ottiene un grande successo di pubblico e una critica favorevole.
Appare in pubblico per l’ultima volta nel 1972 in onore a Federico Fellini e al suo film “Roma”.
Muore a Roma il 26 settembre del 1973. Ha sessantacinque anni, sconfitta da un tumore al pancreas. Le sono vicino il figlio e Roberto Rossellini.
Il suo nome è ricordato con una stella nella Walk of Fame di Los Angeles.
Aggiornato il 07 marzo 2023 alle ore 16:44