“L’erba del vicino è sempre più verde”: l’amicizia che inganna

Che cosa si intende per “buon amico”? Non di certo la propria moglie, incorreggibile stalker coniugale, in cui il povero marito (lui piccolo e minuto, lei gigantessa) si ripara dalla di lei furia amorosa in un piccolo loft di sua proprietà, che si presenta come una triste alcova d’amori passati dove, da sotto un lettone dell’obsoleto peccato, spuntano i piedi uniti che accusano, appartenenti a un corpo senza vita, arrotolato come un salamino in un tappeto casalingo. Chi sarà mai costui-costei? Un vero e proprio giallo alla Agatha Christie in salsa napoletana. Carlo Buccirosso (nel ruolo di Mario Martuscello, funzionario di banca e marito in fuga) va in scena al Teatro Quirino di Roma, fino all’8 gennaio, con il suo spettacolo L’erba del vicino è sempre più verde, che vede come co-protagonisti Peppe Miale (l’amico), Maria Bolignano (la moglie Margherita), Donatella de Felice (Teresa, sorella di Martuscello), Fiorella Zullo (Rosa, l’avvocatessa, sorella di Margherita) ed Elvira Zingone, la bella influencer campana, con trentamila followers, sessualità prorompente ma pensiero immacolato. Corona il cast un personaggio-cerniera tra il fattaccio e i suoi prodromi, narrati attraverso i sensi vigili di un fattorino (Fabrizio Miano) che, puntualmente inopportuno, suona alla porta o al citofono per recapitare ora un salatissimo sushi, ora una tisana che non si sa quanto disturbante piuttosto che rilassante.

Ed è lui il primo ad accorgersi di un grande foro irregolare nella finestra del soggiorno, che si presenta all’osservatore con i bordi rigati di sangue rappreso la cui origine, ovviamente, viene attribuita da Martuscello al volo maldestro di un gabbiano troppo curioso e ingordo, venutosi a schiantare proprio su quella finestra. Piuttosto che il gioco delle tre carte, in questo caso, letteralmente, si tratta dello scambio di “erbe” di cui, appunto, una è coltivata dal vicino! Come un buon thriller che si rispetti, la storia inizia dalla fine, quando la sorella Teresa entra a forza nell’appartamento in cui si è blindato Mario, trovandolo farfugliante e mezzo alcolizzato che ondeggia per il salotto di casa. Da lì, inizia la confessione del fratello, non appena Teresa, per così dire, inciampa nei piedi congiunti del misterioso-a assassinato-a. Fu colpa o caso sfortunato? Vedendo il protagonista, comico fino alla radice degli scarsi capelli, si direbbe che si sia trattato di un equivoco. Ci vorrà l’intero spettacolo, com’è giusto, per venirne a capo. Sul filo teso del giocoliere (Buccirosso è autore-regista dello spettacolo, per l’interessante realizzazione scenografica di Gilda Cerullo e Renato Lori) si muovono ondeggiando, ma senza bilanciere, la dedizione e l’amore fraterno della sorellanza impersonata da Teresa e da Rosa, contrapposti alla presenza un po’ ambigua e mai disinteressata dell’amico, a sua volta molto intimo di una influencer brava e sincera, esca per qualche avventura amorosa interrotta dal famoso incidente di percorso.

Le scene più esilaranti, coinvolgono proprio il duo Margherita e Rosa, schierate come un solo uomo (pardon: donna, il che è ancora peggio!) per condurre l’assedio affettivo-legale contro la solitudine scontrosa di Mario che, in apparenza, darebbe il suo patrimonio in cambio della illegale cortesia di sopprimere finalmente Margherita. Ma sarà quest’ultima, invece, a caricare di vitalità e di battute feroci l’intera scena, alternando svenimenti più o meno simulati a tempo, rinvenimenti e possente, irrefrenabile gelosia nei confronti della bella influencer, a sua volta tosta e decisa come la sua presunta rivale.

Lo spettacolo ruota inconsapevolmente attorno alla Vexata quaestio del secondo uomo sul quale costantemente ci si interroga: “Ma, amico di chi?”. Risposta che, per istinto femminile, Margherita sa benissimo, cosicché il suo assedio per il suo grande ritorno nel talamo coniugale invece che un solo bersaglio maschile deve tener conto di due, dato che Mario si sente in grado di affrontare al meglio la sua solitudine grazie alla presenza dell’Amico del piano di sotto. Naturalmente, come ogni marito esausto e stalkerizzato, Mario abbonda in cattiverie e battute feroci su Margherita, puntualmente censurate in punta di diritto dalla cognata Rosa che, oltre ai codici, ha sempre pronta nella sua borsa una tisana al prezzemolo fluidificante per l’intestino, ma anche per qualcos’altro. L’erba, appunto del “complotto”. Andrà a finire a tresette con il morto? Esito meno scontato di così, diciamo. Il sangue poi, non c’è proprio o è solo dipinto. Spettacolo, come si diceva una volta, per grandi e piccini, per passare una serata spensierata e in allegria.

Aggiornato il 30 dicembre 2022 alle ore 13:32