Visioni. “Glass Onion - Knives Out”, un giallo incolore e ambizioso

La realizzazione di Glass Onion - Knives Out è caratterizzata dall’ambizione. Il fine di Rian Johnson è quello di firmare un giallo in puro stile Agatha Christie, popolato da un’umanità bizzarra e colorata che agisce in un contesto, letteralmente isolato, per risolvere un enigmatico omicidio. Il lungometraggio è il sequel del 2019, Cena con delitto - Knives Out, dello stesso autore. Il film segna il ritorno del cast tecnico del primo capitolo: Steve Yedlin, come direttore della fotografia; Bob Ducsay, al montaggio; e Nathan Johnson, come compositore. Netflix ha acquistato i diritti del film, più quelli di un terzo capitolo, per la cifra di 469 milioni di dollari, vincendo una vera e propria asta contro Amazon Studios e Apple Tv+. Il film, eccessivamente lungo (la durata è di 141 minuti), è stato presentato in anteprima mondiale al Toronto Film Festival il 10 settembre ed è stato selezionato come film di chiusura del Bfi London Film Festival il 16 ottobre. È rimasto in sala una sola settimana, dal 23 al 30 novembre. È visibile in tutto il mondo sulla piattaforma di Netflix, a partire dal 23 dicembre. In questo secondo capitolo, il 49enne regista statunitense racconta la storia di un gruppo di personaggi improbabili, ospiti su un’isola greca, di un’avveniristica magione di vetro a forma di cipolla, denominata, per l’appunto, Glass Onion. Giovani donne e uomini confusi sono intenti a venerare un multimiliardario del settore hit-tech, sedicente genio, Miles Bron (un compiaciuto Edward Norton), attratto dai misteri e ossessionato dal capolavoro leonardiano per antonomasia, la Gioconda. Tra i facoltosi amici “disgregatori” di Bron figurano: l’ex modella Birdie Jay (una svampita Kate Hudson) e la sua assistente Peg (un’anonima Jessica Henwick), la politica Claire Debella (una nevrotica Kathryn Hahn), lo scienziato Lionel Toussaint (un insicuro Leslie Odom Jr.), l’influencer misogino Duke Cody (un grottesco Dave Bautista), con la sua ragazza Whiskey (la bella ed evanescente Madelyn Cline) e la misteriosa ex socia di Bron, Cassandra “Andy” Brand (la conturbante Janelle Monáe). Per errore l’invito giunge anche all’investigatore Benoit Blanc (un autoironico Daniel Craig). A questo punto, nel corso dell’intero e assolato fine settimana sulle rive del Mar Egeo, la squadra è chiamata a risolvere il giallo ideato da Bron. Ma qualcosa va storto e l’invito a cena con delitto, da capriccioso intrattenimento per ricchi annoiati si trasforma, inevitabilmente, in un dramma reale.

Glass Onion - Knives Out è un classico Whodunit ambientato nella debordiana società dello spettacolo. Un universo stucchevole animato dalle invidie e i tradimenti della contemporaneità e pervaso da un raggelante horror vacui. Il film racconta, solo in apparenza, un firmamento di stelle cadenti il cui obiettivo è cristallizzare la fine. In realtà, il cuore della narrazione è la messa in scena di un’impostura governata dal signore e padrone dell’isola. Un uomo sbagliato nel posto giusto. Il film è un atto d’accusa – lodevole nelle intenzioni, poco riuscito nei fatti – contro il primato della furbizia a scapito del talento. In un racconto che, al di là degli inverosimili e pirotecnici colpi di scena, gronda un assoluto pessimismo, viene delineato il profilo di un odierno tycoon, dalla repentina quanto oscura fortuna. Rian Johnson, dal punto di vista della scrittura anela, con tutta evidenza, alla creazione di un perfetto congegno narrativo antiborghese. Il risultato è molto al di sotto delle attese. Emerge una confusione diffusa nella costruzione dei personaggi. Tutti bidimensionali e interpretati da attori mono-espressivi. Il cineasta fallisce perché confonde la leggerezza di tocco con la banalità dello sguardo. Non corrisponde al vero, come sostiene buona parte della critica, che i meccanismi del racconto siano ben oliati. Per la verità, lelaborazione narrativa quando non risulta lenta e faticosa appare puerile e fin troppo evidente. La base di Glass Onion - Knives Out non è costruita affatto da un complicato gioco di logica. Ma da un divertito, poco cattivo e per niente raffinato, gioco di alta (in realtà, molto bassa) società.

(*) “Visoni” si ferma per la pausa invernale. La rubrica sul mondo delle espressioni visive torna venerdì 13 gennaio 2023.

Aggiornato il 02 gennaio 2023 alle ore 18:39