“Masquerade”, quando il danno è donna!

Guai all’Amore acerbo che tradisce quello maturo! Una sequenza geniale di questa vendetta classica, articolata magistralmente in imprevedibili colpi di scena, è contenuta nel film Masquerade - Ladri d’amore nelle sale italiane dal 21 dicembre, per la regia Nicolas Bedos e con interpreti principali Pierre Niney (Adrien) il mantenuto; Isabel Adjani (Martha), l’amante matura; Laura Morante (Jeanne), la Dea nutrice della storia; François Cluzet (Simon), colui che ha rovinato economicamente la vita a Jeanne; Emmanuelle Devos (Carole), moglie di Simon, un Bene con una sola macchia dipinta a tradimento dal meccanismo pittorico della macchina del complotto; e, infine, c’è Lei, la bellissima Margot (Marine Vacth, straordinaria nella parte), l’apparente Dea Venere che distribuisce mele avvelenate agli uomini che incontra, sfilandone la membrana sentimentale come farebbe una mantide post-accoppiamento. Basterebbero i ruoli indicati, per terminare qui il commento.

Ma c’è un protagonista occulto che deve essere in qualche modo rivelato e descritto: Il Male, con le sue retribuzioni attive e passive di chi lo dà e lo riceve in cambio. Di Bene no: non ce n’è; tranne che nella figura di una moglie estremamente devota e fedele e nel tenue contorno di un’infanzia che appare temporanea riconciliatrice dei due mondi “di sotto”, che si combattono e non si perdonano mai. E questi ultimi sono tutti al femminile! Tranne gli assassini, che invece sono inconsapevolmente cristallizzati nei ruoli maschili, nella loro qualità di banali predatori sessuali come natura vuole e insegna, ma sforniti dell’armamentario psicologico-affettivo femminile su cui si regge il mondo.

Esiste, infatti, una ceralacca delicata e sottile che protegge l’Anima delle persone, contro la quale agisce fondendola la fiamma della candela del Demonio, che si alimenta con i sentimenti della cupidigia, del possesso tirannico dell’Altro da sé e, soprattutto, delle costanti universali dell’Odio e della Vendetta. Da consumare quest’ultima, come ci suggerisce la storia filmata di Bedos, a fuoco lento, costruendo una gogna invisibile per i soggetti responsabili di colpe ritenute imperdonabili vere e presunte, affinché sia la stessa macchina della giustizia (Polizia e Tribunale) a nutrirsi di quelle finte, artefatte verità, condannando i maschi colpevoli alla vergogna e al biasimo sociali dopo aver tolto loro la libertà. Ma non è la prigione a far male e a provocare l’invecchiamento precoce fisico e morale.

A ferire è la luce del giorno che illumina il vero complotto, rivelando il marchingegno che li ha resi vittime inconsapevoli. Un dolore senza guarigione, frutto del rimorso per il male donato in piena coscienza alle loro amanti. Peccato quest’ultimo che ne consumerà l’energia vitale degradandola nell’ingranaggio lento del tradimento e della manipolazione subita. Ed è Margot a umiliare i suoi maschi, muovendosi come un’ape regina in base a un movimento che disorienta il suo harem, nutrito con un sostanza che fa star male. Perché l’obiettivo del complotto è di sfruttare il denaro e la genitorialità altrui, per godersi i figli e una vita in piena agiatezza, senza più alcuna “aborrita” presenza di uomini al fianco della Femminilità regnante.Poi, poiché simmetria e antisimmetria regolano il mondo fisico delle particelle elementari da cui tutto dipende, il Sole, la Terra, l’Universo, la Vita; allora dall’altro lato dello specchio c’è Martha, una donna matura, vittima del suo Narciso inguaribile memore di un passato da attrice di fama mondiale, che sceglie il suo mantenuto credendolo un fuco, rivelatosi poi un assassino relazionale e seriale. Davvero curate e affascinanti le ambientazioni interno/esterno della sua splendida villa dorata sulla Costa Azzurra, dove assieme al giovane amante Martha trascorre le sue giornate circondata dai tesori d’arte acquistati negli anni dell’abbondanza e ambiti da predatori vicini e lontani.

Destano invidia, soprattutto, le sue tavolate raffinate che ospitano in cerchio amici colti e sempre molto eleganti, sia nei modi che nella cultura dei dialoghi. Personaggi del bel mondo che mettono consapevolmente a nudo la vacuità della personalità di Adrien, scrittore per finta e pessimo pianista: entrambi ruoli improponibili, lui affidati dalla regia dell’apparenza voluta da Martha, perfettamente consapevole dei suoi tradimenti con altre donne. Un amante giovane che fa palesemente fatica a svolgere la sua funzione, anche se sarà proprio la sua presenza di parassita a dare a Martha l’energia necessaria per riciclarsi in grande attrice di teatro.

Aggiornato il 18 dicembre 2022 alle ore 08:53